mercoledì 19 agosto 2015

La "Regione dei Parchi" e gli spiccioli per le sue aree naturali protette

 

La Regione definita all'avanguardia nella tutela del territorio e della natura, ha risorse quasi inesistenti per la gestione dei Parchi. Una scelta politica del passato anche per l'inefficienza delle Autorità di gestione

 


Stralcio del rendiconto 2014 Regione Puglia con il capitolo di spesa relativo alle aree naturali protette
E' sempre importante leggere i bilanci, in particolar modo i conti consuntivi, quelli che ti dicono che cosa un ente pubblico ha speso e per che cosa, al di là degli stanziamenti nei bilanci di previsione. Per i Parchi, soprattutto per quelli nazionali, vi è un problema che riguarda le risorse impegnate e non spese (residui passivi) che vanno ad aumentare l'avanzo di amministrazione a fine anno. Però, comunque, gli stanziamenti ministeriali arrivano puntualmente e, nonostante le varie riduzioni nel corso degli anni, soddisfano i livelli di spesa degli Enti Parco sia per quanto riguarda la parte corrente (personale, utenze, etc.) sia per quanto riguarda la parte di investimento (sentieristica, promozione, ricerca scientifica, etc.).

Faro di Punta Palascìa nel Parco Naturale Regionale Otranto - S. Maria di Leuca
La lettura del rendiconto generale della Regione Puglia per il 2014 lascia stupefatti per la parte che riguarda la spesa sostenuta nello scorso anno dalla "Regione dei Parchi" per la gestione delle proprie aree naturali protette (che, tra Parchi Naturali Regionali e Riserve Naturali Regionali ad oggi ammontano a 19): appena 160.000 Euro. E non già di spesa si tratta, ma di impegni contabili assunti in favore delle Autorità di gestione delle stesse aree (Comuni, Province, Consorzi tra Enti locali). A fronte di questo impegno, vi sono residui passivi per 345.050,78 Euro per il 2012 e di 80.000 Euro per il 2013. In totale, nel corso degli ultimi tre anni, la Giunta Vendola ha destinato alle aree protette regionali neanche 600.000 Euro, meno di un terzo di quanto il Ministero dell'Ambiente trasferisce ad un Ente Parco Nazionale di medie dimensioni.
Per fare un raffronto, nel bilancio di previsione 2015, la Regione Emilia-Romagna ha stanziato contributi per la valorizzazione dei parchi e delle riserve naturali per 4 milioni di Euro.
Né può calmierare questa scarsità di risorse l'attribuzione di finanziamenti provenienti dai Fondi Strutturali europei. Il problema non è realizzare progetti che poi restano senza gestione, ma assicurare la gestione corrente delle aree protette, dal personale alle spese di funzionamento, per poter realizzare progetti strategici. Ed avere un'idea chiara di quale deve essere il futuro della conservazione e valorizzazione della natura in Puglia. Tutto questo senza parlare dei Siti Natura 2000.
E' evidente che questa sia stata una tipica scelta politica, dove la struttura tecnica poco ha potuto fare se non proporre, durante le sessioni di bilancio, gli stanziamenti ritenuti più idonei. Risulta altrettanto evidente, però, che stanziamenti così ridotti siano anche il frutto dell'inefficienza delle Autorità di gestione (sembra che la Provincia di Taranto non riesca a spendere circa 1.800.000 Euro da anni destinati al Parco Naturale Regionale della Terra delle Gravine).
Ora tocca al neo Presidente Michele Emiliano, invertire la rotta ed, eventualmente, rimettere mano a tutto il sistema della aree naturali protette e della sua catena di comando, per non far sentire i due Parchi Nazionali (Alta Murgia e Gargano) sempre più soli.

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