La "Regione dei Parchi" e gli spiccioli per le sue aree naturali protette
La Regione definita all'avanguardia nella tutela del territorio e della natura, ha risorse quasi inesistenti per la gestione dei Parchi. Una scelta politica del passato anche per l'inefficienza delle Autorità di gestione
Stralcio del rendiconto 2014 Regione Puglia con il capitolo di spesa relativo alle aree naturali protette |
Faro di Punta Palascìa nel Parco Naturale Regionale Otranto - S. Maria di Leuca |
Per fare un raffronto, nel bilancio di previsione 2015, la Regione Emilia-Romagna ha stanziato contributi per la valorizzazione dei parchi e delle riserve naturali per 4 milioni di Euro.
Né può calmierare questa scarsità di risorse l'attribuzione di finanziamenti provenienti dai Fondi Strutturali europei. Il problema non è realizzare progetti che poi restano senza gestione, ma assicurare la gestione corrente delle aree protette, dal personale alle spese di funzionamento, per poter realizzare progetti strategici. Ed avere un'idea chiara di quale deve essere il futuro della conservazione e valorizzazione della natura in Puglia. Tutto questo senza parlare dei Siti Natura 2000.
E' evidente che questa sia stata una tipica scelta politica, dove la struttura tecnica poco ha potuto fare se non proporre, durante le sessioni di bilancio, gli stanziamenti ritenuti più idonei. Risulta altrettanto evidente, però, che stanziamenti così ridotti siano anche il frutto dell'inefficienza delle Autorità di gestione (sembra che la Provincia di Taranto non riesca a spendere circa 1.800.000 Euro da anni destinati al Parco Naturale Regionale della Terra delle Gravine).
Ora tocca al neo Presidente Michele Emiliano, invertire la rotta ed, eventualmente, rimettere mano a tutto il sistema della aree naturali protette e della sua catena di comando, per non far sentire i due Parchi Nazionali (Alta Murgia e Gargano) sempre più soli.
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