venerdì 30 dicembre 2016

Da WWF Italia








Filmato il leopardo delle nevi con quattro cuccioli








Fototrappolaggio sensazionale











Uno straordinario filmato realizzato dal WWF nelle montagne himalayane ci mostra le immagini di una femmina di leopardo delle nevi con 4 cuccioli, un evento davvero unico per gli studiosi. Il filmato è stato realizzato grazie ad una videotrappola installata dal WWF Mongolia: è la prima volta in assoluto che un video riprende una cucciolata così numerosa, un vero e proprio regalo di Natale del WWF.
Il video risale a settembre, ma le difficili condizioni ambientali e meteorologiche delle alte vette himalayane, ambiente elettivo del leopardo delle nevi tra i 3.000 e 4.500 metri, rendono estremamente difficile per i ricercatori recuperare le attrezzature con frequenza.
Il leopardo delle nevi è minacciato dalla perdita di habitat, dai cambiamenti climatici, che ne restringono sempre di più l'areale a causa dell'aumento delle temperature globali, dal bracconaggio per la pelliccia e dai conflitti con le comunità locali. In meno di 20 anni la popolazione di questo meraviglioso ed elusivo felino è diminuita di oltre il 20% e oggi si stima che ci siano tra i 4.000 e i 6.000 esemplari allo stato selvatico.

Ancora sulla decisioni del Presidente U.S.A. per la protezione della natura








Le giuste motivazioni di Obama per designare

monumenti naturali nazionali








Il bacino del Lockhart, a sud del fiume Colorado, nella regione Bears Ears Buttes, Utah.

Sulla straordinaria performance di Obama per la tutela dell'Ambiente negli Stati Uniti, interviene l'Associazione per la Conservazione dei Parchi Nazionali (N.P.C.A.), difendendola a spada tratta sul "Denver Post". Secondo i Repubblicani invece, che dal 20 gennaio avranno Donald Trump alla Casa Bianca, quello dell'attuale Presidente è un "accaparramento di terra". Ma la cosa più sensazionale è notare come Obama abbia assunto decisioni così importanti e che frenano sensibilmente grossi interessi economici, soprattutto delle compagnie petrolifere, nella fase di transizione finale del suo mandato. Quasi che si senta ormai libero da condizionamenti di sorta.








I repubblicani che definiscono le recenti designazioni di monumenti nazionali del presidente Barack Obama un "accaparramento federale della terra" sono gravemente in errore, a meno che non stiano lodando Obama per aver "afferrato" preziose, insostituibili risorse per il popolo americano.
Il presidente aveva il potere di designare i monumenti nazionali attraverso l' "Antiquities Act" del 1906 per proteggere queste meraviglie naturali, culturali e scientifiche, come quelle che si trovano a Bears Ears Buttes in Utah e Gold Butte in Nevada.
I sostenitori della tutela di questi ultimi due monumenti per le generazioni a venire hanno documentato il chiaro interesse pubblico nel proteggere questi luoghi unici dallo sviluppo.
Che il Congresso abbia completamente omesso di fare la cosa giusta per conto delle comunità, compresa la comunità dei nativi americani che chiedono a gran voce di preservare questi luoghi, non è certo colpa del presidente, né i successivi interventi di Obama sono un segno che l'applicazione dell'"Antiquities Act" sia fuori controllo.
Speriamo che i repubblicani che hanno vinto un chiaro mandato per guidare il Paese, non usino il loro potere per annullare il bene che Obama ha fatto designando questi ed di altri monumenti nazionali.
Era 1911 quando il presidente repubblicano William Howard Taft ha utilizzato l'"Antiquities Act" per proteggere il Colorado National Monument. Pone sotto tutela i 20.500 acri (oltre 8.000 ettari n.d.t.) sovrastanti Grand Junction per proteggere i suoi "straordinari esempi di erosione dovuta agli agenti atmosferici".
Quell'"accaparramento di terra" è stata una benedizione incredibile per Grand Valley. Non senza la polemiche, il parco ha fornito un volàno economico permanente, anche se piccolo, con circa 588.000 visitatori l'anno.
Pensiamo che l'utilizzazione dell'"Antiquities Act" in Colorado da parte di Obama, resisterà anche alla prova del tempo.
All'inizio di quest'anno Obama ha posto sotto tutela il Browns Canyon nella valle del fiume Arkansas, conservando sorgenti che vengono utilizzate non solo per lo svago ma che sono una fonte di acqua preziosa.

Da "The Guardian"






Il sonno del ghiro






Tra le migliori immagini fotografiche del 2016, secondo il quotidiano inglese, vi è questa del Ghiro (Glis glis) in una fredda giornata autunnale in Cornovaglia. Racconta lo scatto il fotografo, il Ranger del National Trust, James Robbins.








Ghiro in letargo (fine ottobre) - Ph. James Robbins/National Trust
"Come ranger del National Trust nella tenuta Cothele in Cornovaglia, il mio lavoro comporta la rimozione di ostacoli sui sentieri per l'esecuzione delle attività di educazione ambientale per le scuole. Stavo controllando le 60 scatole per i ghiri installati nei 1.300 acri (poco più di 526 ettari n.d.t.) - sono come nidi artificiali per uccelli, ma senza il foro sul retro della struttura. Essi forniscono uno spazio sicuro per questa specie protette per allevare la prole e per riposare, e ci aiutano a tenere traccia dei loro comportamenti.
Era una giornata d'autunno perfetta, luminosa, frizzante e fredda. Controllo questi nidi quattro volte l'anno, e non si ha mai garanzia di trovare un ghiro, quindi sono stato sorpreso nell'aprire la prima scatola e trovarne uno subito. Ho potuto vedere il bel colore ricco della sua pelliccia, il suo petto muoversi ad ogni respiro. Il ghiro era in uno stato di torpore - un sonno molto profondo. Con l'esperienza e la competenza maturata ho potuto rimuoverlo con cautela e posizionarlo delicatamente su alcune foglie e così ho potuto ottenere un bello scatto con la macchina fotografica che avevo preso in prestito. Ho fatto un paio di scatti e ho pensato che questa foto fosse stata abbastanza piacevole, poi ho messo il ghiro nella scatola e ho continuato i miei giri.
Quando sono tornato in ufficio, l'addetto stampa ha condiviso la foto su Facebook, ed è stata una valanga di apprezzamenti. Non ci potevo credere ma finora ha avuto 20.000 'mi piace'. Credo che le persone siano felici nel leggere la storia di una buona notizia - questa è una specie autoctona molto rara che è presente nella nostra tenuta. Inoltre, a tutti piace un quadro di un animale carino e coccolone, non è vero?"

giovedì 29 dicembre 2016

da EFE:Verde








Sul Pianeta 18.000 specie di uccelli; 7.000 in più di quelle note









In futuro sarà necessario, per la tassonomia degli uccelli, utilizzare insieme l'analisi morfologica e quella genetica.










Fringuello azzurro di Gran Canaria (Fringilla polatzeki)
Nel mondo ci potrebbero essere circa 18.000 specie di uccelli, 7000 in più di quelle conosciute fino ad oggi e quasi il doppio di quelle identificate un anno fa, secondo uno studio internazionale pubblicato sulla rivista scientifica PLoS One. Gli autori dello studio, ricercatori presso il Museo Americano di Storia Naturale e diffusi da SEO/BirdLife, affermano che attualmente il numero di uccelli viene calcolato a partire da un concetto puramente biologico. Questo calcolo definisce le specie a seconda di quanti esemplari possono riprodursi, una premessa, a parere dei ricercatori, "fuori moda", perché la tassonomia degli uccelli dovrebbe utilizzare insieme metodi morfologici e genetici. La ricerca ha esaminato 200 specie di uccelli utilizzando una valutazione morfologica, lo studio delle caratteristiche fisiche come piumaggio o colore, e determinando che ciascuna delle specie indagate porta a due nuove specie. I ricercatori hanno anche analizzato studi genetici, dai quali la stima del numero totale di specie di uccelli avrebbe raggiunto la quota di 20.000, anche se una seconda revisione di questa potenziale variabilità genetica ha portato ad una cifra leggermente inferiore. "Quello che è chiaro è che nel mondo vi è una maggiore varietà di uccelli di quella che abbiamo considerato finora", spiega il biologo di SEO/BirdLife Nicolas Lopez, che sottolinea la necessità in futuro che "la tassonomia degli uccelli venga stabilita utilizzando entrambi i metodi, l'analisi morfologica e quella genetica".
BirdLife International ha recentemente promosso una revisione tassonomica completa della "Lista Rossa" IUCN delle specie minacciate, portando, per la prima volta, il numero di specie conosciute al di sopra delle 11.000. Nel mese scorso, ha annunciato l'aggiunta di 742 nuove specie, di cui una in Spagna, il Fringuello azzurro di Gran Canaria, fino ad allora considerato una sottospecie del Fringuello azzurro delle Isole Canarie.

Accade negli Stati Uniti d'America






Obama designa monumenti naturali per quasi 700mila ettari 






Negli otto anni del suo mandato, il Presidente degli Stati Uniti ha salvaguardato oltre 223 milioni di ettari di terre federali. Più di tutti i suoi predecessori. Donald Trump vorrebbe abrogare i provvedimenti ma nessun Presidente subentrante lo ha mai fatto in 110 anni di storia del diritto statunitense.





Il presidente Obama ha designato, mercoledi scorso, 28 dicembre, due nuovi monumenti nazionali, proteggendo 1,35 milioni di acri (oltre 546mila ettari) di terra federale che circonda gli Bears Ears Buttes nel sud-est dello Utah e circa 300.000 acri (oltre 121mila ettari) vicino a Gold Butte in Nevada, a nord est di Las Vegas.
L'istituzione di questi monumenti è l'ultimo sforzo di Obama per proteggere le terre pubbliche e le acque dallo sviluppo e per sancire l'eredità in campo ambientale che affiderà a Donald J. Trump quando questi assumerà la presidenza il 20 gennaio prossimo.
Ma alcuni rappresentanti locali repubblicani eletti si sono opposti ai grandi sforzi dell'amministrazione Obama per proteggere i paesaggi occidentali, definendoli "accaparramento di terre federali", e funzionari dello Stato  dello Utah hanno espresso opposizione veemente. La famiglia di un allevatore del Nevada, Cliven Bundy, ha rilevato un rifugio nazionale della fauna selvatica quest'anno per protesta contro tali azioni federali.
Bears Ears Buttes
I nuovi monumenti del deserto, designati sotto l'autorità esecutiva dell' "Antiquities Act" del 1906, comprendono  siti dei nativi americani di importanza religiosa ed archeologica, oltre ad includere habitat della fauna selvatica e territori vocati alle escursioni ed alla caccia.
Gli sforzi per mettere Bears Ears Buttes sotto protezione federale sono in corso dal 1936, quando il segretario degli interni del presidente Franklin D. Roosevelt, Harold L. Ickes, ne propose la designazione a monumento. Alcune tribù di nativi americani iniziarono a promuovere una legislazione per proteggere Gold Butte nel 2008.
"Le azioni di oggi aiuteranno a proteggere questo patrimonio culturale e faranno in modo che le generazioni future possano godere e apprezzare questi paesaggi panoramici e storici", ha detto Obama in un comunicato.
In Utah, la designazione di Bears Ears Buttes è stata duramente contrastata da deputati dello Stato e dalla delegazione dello Utah al Congresso.
"La decisione unilaterale del presidente Obama di invocare l' "Antiquities Act" in Utah politicizza un conflitto a lungo latente", ha detto  Jason Chaffetz, rappresentante repubblicano dello Utah. "La "mossa di mezzanotte" è uno schiaffo in faccia alla gente dello Utah, nel tentativo di mettere a tacere le voci di coloro che sopportano il pesante fardello che essa impone."
Rob Bishop, rappresentante repubblicano dello Utah e presidente del Comitato Risorse Naturali della Camera, che ha autorità su questioni di terre pubbliche, ha promesso di lavorare per abrogare la designazione.
Obama ha designato circa 553 milioni di acri (ben oltre 223 milioni di ettari!) di terre pubbliche e di acque, come parchi, monumenti o aree naturali, più di tutti i suoi predecessori. Mentre Trump ha promesso di annullare l'agenda ambientale di Obama, funzionari della Casa Bianca hanno detto di non credere che egli avrebbe l'autorità per revocare le designazioni. Nessun presidente ha annullato le designazioni di un predecessore in 110 anni di storia del diritto americano.
"L'Antiquities Act' dà l'autorità per istituire monumenti naturali e non dà l'autorità per annullare espliciamente la loro istituzione", ha detto Christy Goldfuss, Direttore del  Consiglio della Casa Bianca per la Qualità dell'Ambiente.
Tuttavia, dopo che Obama nel corso di questo mese ha utilizzato un'oscura disposizione di una legge del 1953 ponendo circa 115 milioni di acri (oltre 46 milioni di ettari) nel Mar Glaciale Artico e circa 3,8 milioni di acri (più di 1,5 milioni di ettari) dell'Oceano Atlantico permanentemente off-limits per la perforazione petrolifera, gli avversari, comprese le società petrolifere, hanno detto che avvieranno un'intensa sfida legale.
Gruppi di nativi americani ed ambientalisti salutato con soddisfazione le mosse di Obama in Nevada e Utah. La designazione di Bears Ears Buttes come un monumento nazionale creerà un precedente nel suo genere istituendo una commissione di rappresentanti delle cinque tribù di nativi americani che vivono nella regione. La Commissione informerà i dirigenti federali del monumento.
"Questo è un giorno emozionante per la Nazione Navajo," ha detto Russell Begaye, presidente della tribù, in una telefonata con i giornalisti.
"Abbiamo sempre visto Bears Ears Buttes come un luogo di rifugio, come luogo in cui possiamo raccogliere le erbe e le piante e come luogo sacro", ha detto. "E 'un luogo di sicurezza e forza d'animo. E 'un luogo dove i nostri antenati si sono nascosti ed sono sopravvissuti alla cavalleria degli Stati Uniti durante la Lunga Guerra".

lunedì 19 dicembre 2016

Innovazione e ausilio per i cittadini





EVVIVA: ATTIVO IL NUOVO SERVIZIO DI WEB-GIS DEL PARCO NAZIONALE DELL'ALTA MURGIA





Fruibile anche su smatphone e tablet, adotta un'interfaccia estremamente semplice con strati informativi completi.






A partire dal nuovo anno sarà possibile usufruire del servizio cartografico del Parco Nazionale dell'Alta Murgia con tecnologia WebGIS attraverso un link dedicato sul sito istituzionale indirizzato a http://85.33.124.133/apps/AltaMurgia/, per la consultazione del Piano per il Parco.
Il sistema è realizzato con interfaccia utente intuitiva con caratteristiche responsive in modo da essere richiamato con qualsiasi dispositivo (personal computer, tablet e smartphone) ed è funzionante senza l’installazione di ulteriori componenti software. L’accesso è libero e non necessita di alcuna profilazione utente e le informazioni contenute sono strutturate in strati distinti attivabili all’occorrenza a seconda della tipologia di analisi da eseguire.
Il sistema, per ottimizzare la rapida visualizzazione delle informazioni, si avvia proponendo la visualizzazione del limite del Parco consentendo la navigazione della mappa nell’area
territoriale di interesse in modo che l’utente possa determinare gli strati da visualizzare tra l’elenco e, all’occorrenza, ottenere le informazioni attraverso lo specifico strumento per leggere
le informazioni.

Le informazioni del Piano per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia sono rese disponibili attraverso file vettoriali (shapefile) certificati con impronta digitale, attualmente non scaricabili ma di cui si può richiedere copia conforme all’Ente.
Il sistema WebGIS gestisce oltre ai dati del Piano anche dati messi a disposizione dalla Regione Puglia attraverso cooperazione applicativa secondo standard WMS (PPTR, Ortofoto, Carta uso del suolo). E' possibile, quindi, attivare numerose funzionalità per ottenere, tra l'altro, informazioni di misure in mappa, stampare in formato .pdf, accedere alle informazioni attributo degli strati informativi, leggere le coordinate geografiche. Buona navigazione sul WebGis del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.

sabato 17 dicembre 2016

da "The Guardian" del 16 dicembre 2016 -  di Damian Carrington







Mattanza legalizzata di tassi in Inghilterra








Più di 10.000 esemplari abbattuti nel solo 2016. Il Governo sostiene che è un successo nel tentativo di fermare la tubercolosi bovina in Inghilterra, ma le associazioni protezionistiche mettono in dubbio l'efficacia degli abbattimenti. Veterinari contro zoologi. Vorrebbero vaccinare i tassi contro la tubercolosi, ma non sarà possibile fino al 2018 per carenza delle scorte di vaccini.

Un'esperienza che ci può riguardare per altre circostanze.







Il numero di animali uccisi nella controversa campagna di abbattimento del tasso (meles meles) in Inghilterra è salito a più di 10.000 lo scorso autunno, come parte del tentativo del governo di prevenire la tubercolosi (TB) nei bovini. il Governo ha affermato che il risultato è un successo, ma uno scienziato di fama ha detto che non vi era "alcuna base" che facesse ritenere l'abbattimento un metodo efficace, mentre le associazioni per la protezione della fauna della fauna selvatica hanno detto che i tassi sono usati come capro espiatorio per coprire i fallimenti nel settore zootecnico intensivo. L'abbattimento dei tassi è stato esteso a sette nuove aree nel 2016 e, con la ripresa delle operazioni, in altre tre aree; 10 campagne di abbattimento hanno avuto luogo tra Cornovaglia, Devon, Dorset, Gloucestershire, Herefordshire e Somerset. Un totale di 10.866 tassi sono stati uccisi tra agosto e ottobre, secondo i dati del governo pubblicati venerdì scorso, portando il totale a più di 14.800 da quando gli abbattimenti hanno avuto inizio in due aree nel 2013. La metà dei tassi uccisi nel 2016 sono stati abbattuti senza prima essere intrappolati, un metodo respinto come inumano dalla British Veterinary Association nel 2015.
Le proposte di estendere gli abbattimenti oltre i quattro anni inizialmente previsti, sono state pubblicate lo stesso venerdì, così come un più ampio uso di esami del sangue più accurati per la tubercolosi nei bovini al fine del contenimento del numero di animali infetti.
La tubercolosi nei bovini è un problema serio per alcuni allevatori in Inghilterra, con 28.000 bovini infetti macellati nel 2015 ad un costo di più di 100 milioni di sterline (circa 120 milioni di Euro (n.d.t.) l'anno per i contribuenti. Un precedente studio decennale sugli abbattimenti di tassi ha determinato che essi potrebbero "dare nessun contributo significativo per il controllo della tubercolosi nel bestiame in Gran Bretagna".
Tuttavia, il Governo è fermamente convinto che le modifiche alle pratiche di abbattimento, accanto ad altre misure come i controlli sui movimenti di bestiame, contribuiranno a ridurre la tubercolosi. Ma quasi tutti gli scienziati sostengono che l'abbattimento dei tassi è molto improbabile nei risultati e potrebbe peggiorare le cose.
Il Segretario all'Ambiente, Andrea Leadsom, ha anche annunciato che il Governo dovrebbe richiedere lo status di "ufficialmente indenne da tubercolosi" nel 2017 per la metà del Inghilterra, dove la tubercolosi è rara; una mossa che potrebbe aiutare gli allevatori a vendere i loro prodotti.
"Abbiamo ancora molto da fare nelle zone più colpite del Paese, ma questo dimostra che la nostra strategia - misure di biosicurezza pratiche che uniscono un robusto regime di sperimentazione, di controllo del movimento del bestiame ed il controllo del tasso nelle zone dove la malattia è diffusa - è giusto e sta producendo effetti", ha detto Leadsom.
Il Veterinario Capo (CVO), Nigel Gibbens, ha detto che i risultati 2016 hanno mostrato che "l'abbattimento è in grado di fornire il livello di efficacia richiesto per essere sicuri di ottenere i benefici per il controllo delle malattie".
Tuttavia, l'esperto di tassi, Prof. Rosie Woodroffe della Zoological Society di Londra, ha detto al Guardian: "Non vi è alcuna base per trarre conclusioni circa l'efficacia dell'abbattimento".
Oltre il 70% dei tassi  deve essere ucciso in una zona determinata per essere sicuri che le popolazioni rimanenti non varino in aumento contribuendo alla diffusione della malattia. Ma gli obiettivi minimi fissati in ogni area sono stati cambiati nel corso degli abbattimenti a seconda di quanti tassi venivano abbattuti, riducendosi fino al 50% in alcuni luoghi.
"Questo significa che non c'è davvero nessun modo per dire quale risultato sia stato raggiunto con questi abbattimenti", ha detto Woodroffe. "Abbattimenti che sono stati costantemente inefficaci in considerazione di una bassa densità di tassi e che chiederanno target ridotti. Vorrei quindi dire che la conclusione del CVO è basata su prove estremamente traballanti".
Una valutazione indipendente del primo anno di abbattimenti ha stabilito che non erano né efficaci né umani, ma il Governo poi sciolse il gruppo di esperti. Non vi è inoltre alcuna prova che gli abbattimenti dal 2013 abbiano fermato la diffusione della tubercolosi, anche se ci vogliono due anni per avere dati attendibili. "Il governo ha intrapreso una campagna diffusa di abbattimento di tassi in assenza di prove certe che questo approccio possa ridurre la tubercolosi nel bestiame", ha detto Woodroffe.
"Potremmo uccidere ogni tasso in Inghilterra, ma la tubercolosi bovina continuerà a diffondersi nei bovini a causa di test imprecisi, del numero eccessivo di movimentazione di bestiame e di scarsi controlli sulla biosicurezza", ha detto Dominic Dyer, il capo esecutivo del Badger Trust. "Il tasso viene usato come capro espiatorio per i fallimenti nella moderna industria dell'allevamento intensivo che ha portato ad un aumento significativo della tubercolosi bovina."
Claire Basso, Direttrice della Humane Society International/UK, ha detto: "L'abbattimento dei tassi è una distrazione costosa dalla reale soluzione per la tubercolosi nei bovini. E 'una malattia del bestiame, prevalentemente diffusa dal bestiame, e solo precise misure di controllo del bestiame potranno fermarla. Ma il Governo ha sancito il 'tassicidio' su larga scala".
Tuttavia, la National Farmers Union (Unione Nazionale degli Agricoltori (n.d.t.), ha detto che gli ultimi risultati ottenuti dalla rimodulazione degli abbattimenti sono stati un successo e dovrebbe essere sviluppata ulteriormente. "Se abbattimento dei tassi deve avere il massimo impatto sulla malattia è di vitale importanza che si svolga in gran parte delle zone dove la tubercolosi bovina è diffusa", ha detto il presidente NFU, Meurig Raymond. "Gli agricoltori continuano a fare la loro parte nel contribuire ad affrontare questa malattia attraverso il controllo degli spostamenti del bestiame, il test del bestiame e migliorando la biosicurezza nelle aziende agricole."
Il Governo propone che l'abbattimento dei tassi possa continuare indefinitamente attraverso la concessione di licenze di cinque anni. Tuttavia, Woodroffe ha detto che preoccupa che le licenze di abbattimento possano essere rilasciate con condizioni meno severe di quelle attuali, aumentando il rischio di diffusione della malattia tassi più ampiamente.
Il Governo ha detto che avrebbe usato la vaccinazione dei tassi per aiutare a prevenire la diffusione della tubercolosi in nuove aree di Inghilterra, ma non lo potrà fare fino al 2018 a causa della carenza globale di fornitura.

Da National Parks Conservation Association - U.S.A. (www.npca.org) 








Che cosa accadrà ai Parchi Nazionali americani?








Nominato da Trump il nuovo Segretario agli Interni del Governo degli Stati Uniti: è il repubblicano del Montana Ryan Zinke.







Theresa Pierno, Presidente e CEO di National Parks Conservation Association, dopo la notizia che il presidente eletto Donald Trump ha scelto Ryan Zinke, Repubblicano del Montana, come Segretario 
Theresa Pierno
degli Interni, ha affermato:
"Negli ultimi 100 anni, gli americani hanno visitato ed esplorato i nostri Parchi Nazionali, paesaggi mozzafiato e ricchi pezzi della nostra storia lasciati alle generazioni future.
Spetta a tutti noi per proteggere i nostri parchi nazionali, tra cui il presidente eletto e il suo nuovo Segretario agli Interni. Mr. Zinke ha espresso sostegno per il Fondo per la conservazione della Terra e delle risorse idriche, si oppone alla vendita di terreni pubblici e ha espresso preoccupazione per il progetto di sviluppo della miniera che si vorrebbe realizzare adiacente a Yellowstone.
Al contrario, però, Zinke ha sostenuto il controllo dello stato per lo sviluppo di impianti per la produzione di energia sulle terre federali, una posizione che minaccia i nostri Parchi Nazionali. Zinke ha anche ripetutamente votato per bloccare gli sforzi per designare nuovi Parchi Nazionali che potrebbero diversificare il sistema delle aree protette U.S.A.
Ryan Zinke
"Se confermato, i nostri Parchi Nazionali saranno a carico del signor Zinke. Egli erediterà un sistema di Parchi che è il più espansivo, vario e rappresentativo della storia americana ma anche un sistema che ha di fronte molte sfide. È fondamentale che, se confermato, Zinke risponda alle esigenze dei nostri Parchi Nazionali, con il riconoscimento dei loro immensi benefici per le risorse naturali e storico-culturali della nostra nazione. Il nostro prossimo Presidente e il Segretario dell'Interno dovrebbero abbracciare e sostenere i valori dei nostri Parchi Nazionali, ricordando che le decisioni prese oggi saranno quelle che i nostri figli e nipoti erediteranno".

venerdì 16 dicembre 2016

Messa a punto da due ricercatori spagnoli




La valutazione dei metodi di conteggio utilizzati per la stima del numero di maschi territoriali di
Allodola di Dupont (Chersophilus duponti)

Cristian Pérez-Granados - 1 *
M. Germain López Iborra - 2

1 Multidisciplinary Institute for Environmental Studies "Ramón Margalef", Universidad de Alicante, PO Box 99, 03080 Alicante, Spagna.

2 Department of Ecology/IMEM “Ramón Margalef”, Universidad de Alicante, PO Box 99, 03080 Alicante, Spagna.

* Autore corrispondente: cristian.perez@ua.es 


Editor: Alberto Velando




Quattro le metodologie utilizzate. I mesi di maggio e giugno indicati come i migliori per ottenere risultati più attendibili.








La progettazione di un'indagine adeguata è essenziale per stimare le dimensioni della popolazione di uccelli selvatici in modo affidabile, in particolare per le specie minacciate. L'Allodola di Dupont (Duponti Chersophilus), uno dei passeriformi più minacciati in Europa, è stato monitorato utilizzando diversi metodi di conteggio. Questa variazione nei metodi impiegati può avere un effetto significativo sulle stime delle dimensioni delle popolazioni. Il presente studio mette a confronto quattro metodologie citate in letteratura utilizzate per censimenti dell'Allodola di Dupont: transetto lineare finlandese (25 m di larghezza interna), transetto lineare (500 m di larghezza interna, una specifica applicazione del metodo sviluppato per il secondo censimento nazionale delle specie in Spagna), mappatura e conta dei punti. Abbiamo anche determinato il numero adeguato di visite necessarie per rilevare un numero affidabile di territori con il metodo della mappatura e analizzato l'effetto mensile del censimento sul numero di maschi registrati nei transetti lineari. Secondo i nostri risultati, riteniamo che il metodo di mappatura, basato su quattro visite, sia la metodologia più adeguata per il monitoraggio della specie. Tuttavia, per le indagini in grandi aree, l'utilizzo del metodo del transetto lineare durante i mesi di maggio e giugno può essere più appropriato. Anche se la data di monitoraggio non ha un effetto significativo sul numero di maschi registrati con i sondaggi effettuati con il transetto lineare, un numero maggiore di maschi sono stati infatti rilevati nei mesi di maggio e giugno. Di conseguenza, i censimenti effettuati a marzo possono portare ad una maggiore sottovalutazione delle dimensioni della popolazione. In ogni caso, la data migliore per il conteggio dell'Allodola di Dupont può variare per le popolazioni situate ad altitudine inferiore.
Il metodo dei punti di conta e quello del transetto lineare finlandese non dovrebbero essere utilizzati per il conteggio della specie, nel momento in cui le dimensioni della popolazione risultanti dall'applicazione di entrambi si discosta di circa il 35% in più rispetto ai metodi della mappatura e del transetto lineare.
Link qui 

domenica 11 dicembre 2016

Meraviglie della tecnologia






COM'E' CAMBIATO L'ECOSISTEMA

DELL'ALTA MURGIA (ZONA FRANCHINI)

DAL 1984 AL 2016 NEL TIMELAPSE DI GOOGLE EARTH







da "la Repubblica - ed. Napoli" 11 dicembre 2016 - di Vincenzo Rubano 





Vita più cara per chi vive nel Parco del Cilento:

"Il governo istituisca una 'zona franca' nell'area protetta"





Una questione di non poco conto quella sollevata dal Presidente della Comunità del Parco Nazionale del Cilento, Salvatore Iannuzzi che ha inviato una nota al Ministro dell'Ambiente, Galletti.
In realtà, la Legge quadro sulle aree protette, la n. 394/1991, che oggi si vorrebbe modificare con tanta celerità ma che non è mai stata applicata totalmente, prevede priorità nella destinazione di fondi comunitari, nazionali e regionali ai Parchi. Gli argomenti che ancora non si vogliono affrontare sono: come rendere la partecipazione dei cittadini ad un'area protetta vantaggiosa dal punto di vista fiscale e come rendere la loro vita più facile, razionalizzando e semplificando le procedure amministrative. Volendo si potrebbe, ma, forse, non lo si vuole.





Vita più cara per chi vive nel Parco, il governo istituisca una “zona franca” nell’area protetta”. E’ la proposta che il presidente della Comunità del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Salvatore Iannuzzi, ha inviato al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
“Il governo nazionale deve compensare le popolazioni del Parco per i limiti e le restrizioni imposte dal regime protezionistico della natura – ha spiegato Iannuzzi - perché vivere nell’area protetta costa di più che vivere fuori”. La costruzione di un’abitazione nel Parco richiede materiali particolari e costosi, il trasporto richiede ore di automobile e il rischio di “imbattersi” nelle fauna del Parco, coltivare significa condividere il raccolto con cervi e cinghiali, allevare bestiame significa condividere mucche e pecore con i lupi. “Disagi e costi a carico delle comunità locali – ha aggiunto Iannuzzi - che vanno compensati con incentivi speciali dello Stato”.
Come? “Con una zona franca, un’isola fiscale, chiamatela come vi pare – ironizza Iannuzzi - purché si faccia. E’ urgente e necessario – ha continuano il presidente – abbandonare l’antica logica dei trasferimenti a pioggia da parte dello Stato e sperimentare modelli di fiscalità
di vantaggio nelle aree protette, riconoscendo finalmente dei benefici economici direttamente ai cittadini e alle imprese, mediante risparmi d'imposte e d'accise”. Naturalmente la “zona franca" andrebbe circoscritta ad un'area del Parco e per un determinato periodo di tempo. “Proprio come avvenuto già in Liguria e Lombardia – conclude Iannuzzi - dove zone economicamente spente sono state rivitalizzate in poco tempo in questo modo”

Nel territorio di Reggio Emilia - da "La Gazzetta di Reggio" dell'11 dicembre 2016





Cinghiali all'incenerimento dopo la braccata





Questo il risultato di una battuta al cinghiale in Emilia. Dei 19 capi abbattuti, la ASL ne ha mandati all'incenerimento 13. Solo 6 sono stati portati via dai cacciatori che avevano lasciato i capi abbattuti abbandonati in aree poco raggiungibili e per troppo tempo, determinando il deperimento delle carni.
L'esperienza dovrebbe servire a tutti coloro che si danno un gran daffare per cominciare a mettere mano alla carabina e abbattere quanti più cinghiali possibile anche in Puglia.






sabato 10 dicembre 2016

Secondo Wildlife Trusts




L'agricoltura dopo la Brexit





La decisione di abbandonare l'Unione Europea ha lasciato molti agricoltori, gestori del territorio e ambientalisti incerti sul futuro del sostegno pubblico per l'agricoltura nel Regno Unito.

Stephen Trotter, Direttore del Wildlife Trusts in Inghilterra, esamina alcune opzioni emergenti per il futuro del sostegno agricolo.

Magari lo si facesse in Italia, dove pure esempi virtuosi in tal senso non mancano.





Il nostro cibo e la nostra campagna. Due elementi fondamentali che potrebbero essere trasformati dopo la decisione di lasciare l'Unione Europea. Le scelte del governo del Regno Unito influenzeranno tutti ed è fondamentale che quante più persone siano coinvolte nel dibattito su ciò che accade nella nostra campagna e su come abbiamo scelto di sostenere l'agricoltura e la gestione del territorio, dopo aver lasciato l'U.E.
I pagamenti agli agricoltori ed ai gestori del territorio costituiscono la gran parte dei finanziamenti U.E. per il Regno Unito. Nell'ambito della politica agricola comune (PAC), 3,2 miliardi di sterline (circa 3,8 miliardi di Euro) vengono pagati agli agricoltori nel Regno Unito ogni anno. Circa la metà di queste risorse proviene dall'U.E. e il resto viene dal governo britannico a titolo di cofinanziamento. Ma tutto proviene dai contribuenti in un modo o nell'altro.
Stephen Trotter
Attualmente, la maggior parte dei pagamenti vengono effettuati in base alla superficie agricola (questi sono chiamati "pagamenti diretti"). Più terra coltivata si possiede, più soldi si ricevono, in cambio del rispetto delle condizioni ambientali di base come ad esempio lasciare fasce ecotonali tra i campi arati e siepi o corsi d'acqua, e la tenuta dei registri di uso di pesticidi. Nel loro insieme queste regole possono avere un grande impatto sulla nostra campagna e si riflettono sul numero di barbagianni e di lepri che vediamo, sulla qualità della nostra acqua potabile, sugli alberi, sui prati e sui terreni che lasciamo alle generazioni future. Alcuni pagamenti vengono effettuati anche attraverso programmi"agro-ambientali". Con questi pagamenti gli agricoltori e i gestori del territorio intraprendono pratiche benefiche per la natura come piantare nuove siepi o la conversione di seminativi in ​​prati fioriti per gli insetti impollinatori e la creazione di stagni.
Il voto con cui il Regno Unito ha lasciato l'Unione europea significherà la fine dell'attuale Politica Agricola Comune e dei relativi pagamenti, ma non vi è ancora alcun piano che chiarisca con che cosa la si sostituirà. Lasciare l'Unione europea può determinare rischi per la protezione della fauna selvatica ma, allo stesso tempo, può essere un'occasione per riconsiderare il modo in cui il denaro dei contribuenti destinato ad agricoltori e proprietari terrieri viene utilizzato. Questo denaro pubblico potrebbe essere utilizzato per darci più fauna selvatica e più habitat, un suolo migliore, acqua più pulita, più stoccaggio del carbonio e inondazioni meglio gestite.
Diamo uno sguardo ad alcune delle opzioni emergenti per prenderle in considerazione;

1. Business as usual
La prima opzione è quella di adottare il sistema attuale in una nuova legislazione del Regno Unito. Il contribuente continuerebbe a finanziare i pagamenti diretti agli agricoltori in qualche modo. Il modo più probabile per farlo sarebbe quello di adottare il modello territoriale attuale, in cui i pagamenti sono basati sulla quantità di terreni agricoli di proprietà. I regimi agroambientali potrebbero essere incorporati, come sono attualmente, al fine di garantire che la gestione del territorio continui ad avere standard elevati e fornire risultati ottimali per la vita selvatica.

2. Pagamenti legati ai risultati ambientali
La seconda opzione potrebbe vedere la rottamazione dei pagamenti diretti agli agricoltori in base alla superficie di terreno di proprietà legandoli, invece, ai risultati positivi sull'ambiente. Poiché si tratta di denaro pubblico, i benefici pubblici sono lo scopo principale; di fatto, quindi, si tratterebbe in effetti di una sorta di pagamenti agro-ambientali su larga scala per i quai tutti gli agricoltori avrebbero una prospettiva di lungo termine per ottenere aziende agricole redditizie. Gli agricoltori ed i gestori del territorio potrebbero essere pagati attraverso nuovi contratti per fornire diversi vantaggi ambientali, come ad esempio piantando siepi e alberi, curare meglio i terreni migliori e mantenere i prati ricchi di fiori selvatici. Ci potrebbe essere un sistema a più livelli per cui gli agricoltori che fanno di più per migliorare l'ambiente e la fauna selvatica sono pagati di più, il che sembra equo per i contribuenti, per gli agricoltori, per l'ambiente e per la società in generale.

3. Contratti per la gestione del territorio
La terza opzione è la più radicale e potrebbe comportare l'interruzione di tutti i pagamenti diretti e quelli agro-ambientali, con un approccio completamente nuovo. Il denaro potrebbe essere gestito da un ente pubblico che stipulerebbe contratti e potrebbe attivare una serie di nuovi incentivi ai proprietari terrieri o gruppi di proprietari terrieri per affrontare i problemi ambientali delle aree locali. Prendiamo ad esempio la captazione del Trent nel Nottinghamshire, Derbyshire e Staffordshire che attualmente riceve milioni di sterline l'anno. Qui i problemi ambientali chiave potrebbero essere identificati, gli obiettivi fissati ed il progetto potrebbe essere messo a concorso per trovare chi propone l'offerta migliore per fornire le soluzioni ai problemi. Attraverso questo sistema, i cittadini chiederebbero agli agricoltori ed ai gestori del territorio di fornire ciò di cui la società e la popolazione locale ha bisogno, stipulando contratti a lungo termine per garantire la continuità nella gestione dei problemi. Nella mia esperienza, agricoltori e proprietari terrieri amano trovare soluzioni ai problemi e abbiamo davvero bisogno di sfruttare il loro know-how pratico ed il loro ingegno. Gli agricoltori sono fondamentali per risolvere i nostri problemi ambientali come le inondazioni ed hanno bisogno di essere ricompensati adeguatamente per questo.

Il manifesto sul nuovo approccio alla politica per la campagna e l'agricoltura del Regno Unito. E' firmato da WW-UK, RSPB e National Trust ed è stato lanciato alla conferenza del partito conservatore inglese nel mese di ottobre.
Penso che ci siano problemi reali con l'opzione 1 - continuazione del modello attuale. Uno svantaggio evidente è che i contribuenti pagano attualmente per finanziare direttamente l'agricoltura, ma poi pagano anche il costo per disinquinare le acque a valle, provocato, almeno in parte, da alcune pratiche agricole.
Gli agricoltori, i proprietari terrieri ed i gestori del territorio hanno bisogno del sostegno del popolo e del governo per aiutare a creare un sano paesaggio ricco di natura. Vogliamo più agricoltori che siano ricompensati abbastanza per fare la cosa giusta per la nostra campagna, per incoraggiarli a fare di più per prendersi cura dei suoli e delle acque e per invertire il declino di habitat e della fauna selvatica e migliorare lo stato ecologico delle nostre campagne. Credo che ciò che può essere più praticabile è un ibrido tra il secondo e terzo punto. Questo potrebbe combinare un vasto schema di tipo agro-ambientale per cui tutti gli agricoltori sarebbero parte di un approccio basato sui contratti con obiettivi mirati su aree particolari. Questo potrebbe consentire agli agricoltori ed ai gestori del territorio di lavorare insieme su larga scala, con progetti ambientali multi-farm che forniscono beni pubblici (a titolo oneroso).
Non è ancora chiaro quale approccio sarà preferito del governo. Una cosa è certa: abbiamo bisogno del maggior numero possibile di persone coinvolte in questo dibattito vitale su ciò che accade alle nostre produzione agricole ed al cibo. Abbiamo bisogno di un dibattito pubblico informato per connettere le persone con la realtà della produzione agricola ed alimentare e con che cosa questo significhi per la nostra fauna selvatica. La nostra visione a lungo termine è un nuovo approccio che premi gli agricoltori ed i proprietari terrieri per gestire i terreni in modo sostenibile per le generazioni future - si tratta di una possibilità interessante per creare un futuro migliore e più sostenibile per gli agricoltori, per la fauna selvatica e per le persone.

venerdì 9 dicembre 2016

Accade in Inghilterra





Giustizia sprint contro i distruttori di boschi

nei Parchi Nazionali di Sua Maestà





Condannato a 30.000 Euro per aver distrutto appena 530 metri quadri di bosco nel Peak District National Park. In Italia sarebbe arrivato a processo con il reato già prescritto.








In poco più di un anno nel #RegnoUnito un uomo è stato condannato per aver espiantato e danneggiato alberi nella Froggart Conservation Area nel Peak District National Park. L'area interessata è di 530 mq di bosco e sono stati distrutti 16 alberi maturi e 9 giovani alberi. I Magistrati della Corte di Sheffield hanno comminato un'ammenda di 20.000 sterline (quasi 24.000 Euro) ed hanno ordinato al reo di pagare oltre 5.000 sterline (quasi 6.000 Euro) all'Autorità di gestione del Parco Nazionale. Inoltre, è stato condannato a ripristinare il sito mediante un piano di ripristino concordato entro il 31 luglio, 2017 ed a non utilizzare macchinari pesanti sulla zona per cinque anni.
In Italia, questo signore che ha distrutto alberi in un Parco Nazionale, sarebbe andato a processo non prima di quattro anni e con il reato già prescritto!

da "la Repubblica" ed. Napoli del 09 dicembre 2016 - di Antonio Di Gennaro





Solo cinquemila pastori nei pascoli abbandonati





In Campania una situazione comune anche alla Puglia






Il pastore, il gregge, l’agnello: poche attività umane come la pastorizia hanno fornito all’immaginario collettivo, nel corso dei millenni, immagini simboliche altrettanto potenti. La novità è che dopo anni di difficoltà la pastorizia è in ripresa in Italia, ed aumenta anche l’attenzione dei media, con reportage e libri, come quello recente (“Storie di pascolo vagante”, Laterza editore), scritto da Marzia Verona, la ragazza piemontese che dopo la laurea in scienze forestali ha scelto di dedicarsi in prima persona alla transumanza, raccontando giorno per giorno la sua esperienza in un blog assai seguito.


Marzia Verona
In Campania le cose sembrano andare differentemente: stando ai dati Istat, dal 1980 ad oggi il numero dei pastori è diminuito dell’ottantacinque per cento, da ventottomila a meno di cinquemila: dove prima c’erano dieci pastori, ora ne sono rimasti meno di due. La diminuzione del gregge regionale è meno drastica ma comunque significativa, con le pecore che sono diminuite del trenta per cento, le capre del quarantacinque, il che vuol dire centomila capi in meno nel corso di un trentennio.

Per capire come sta cambiando la pastorizia in Campania, niente di meglio che parlare con loro, con i pastori, ma la cosa non è facile, in diversi declinano l’invito, si coglie come una ritrosia ad esporsi. Altri invece hanno accettato di raccontare il loro lavoro, ed allora la prima tappa è a San Mauro Cilento, dove ritorno in un pomeriggio di nuvole scure, spazzate dallo scirocco.

L’appuntamento è all’osteria del frantoio, con Gerardo e Romualdo, due allevatori di capra cilentana, l’antica razza locale, il cui latte ha il profumo della macchia mediterranea e si trasforma, dopo una particolare lavorazione, in un cacioricotta sublime. In questi paesaggi aspri, la capra funziona come una macchina prodigiosa, superando in produttività sia i bovini che gli ovini.
La grande coda della pecora di razza Laticauda
Gerardo è un ragazzo possente, lavorava nell’edilizia, poi con la crisi del settore, assieme alla moglie Donatella ha deciso di cambiare, ha investito tutto nel gregge, con l’aiuto del programma di sviluppo rurale ha costruito l’ovile e un piccolo caseificio aziendale. Ottenere le autorizzazioni dal Parco non è stato facile, le norme paesaggistiche sono arcigne, è stato necessario rivestire interamente le strutture di pietra arenaria, i costi sono lievitati, ma Gerardo ci crede, si è indebitato, e ha deciso andare fino in fondo.

Romualdo è tra i più esperti allevatori del Monte Stella, la sua famiglia vive di pastorizia da generazioni, ha i capelli striati d’argento e parla con una voce possente che riempie il locale. Mi racconta delle difficoltà legate ai controlli sanitari, a causa di una legislazione singolare, che impone alla pastorizia gli stessi standard di un caseificio industriale, ignorando il fatto che le tecniche artigianali di lavorazione, se ben condotte, garantiscono comunque una elevata salubrità, e sono alla base della tipicità dei prodotti.

C’è poi il problema del pascolo, e qui si sfiora l’assurdo, perché la disponibilità di superfici seminaturali, nella rarefazione demografica e colturale del Cilento, è potenzialmente sconfinata, e il pascolamento costituisce la migliore forma di presidio e cura delle aree in abbandono, di pulizia del sottobosco, di prevenzione del fuoco. Ciò nonostante, prescrizioni e divieti abbondano, e fioccano le sanzioni, con il pastore costretto a percorrere una terra sostanzialmente inutilizzata come fosse uno straniero, nei ritagli esigui che gli vengono lasciati a disposizione.

Gustiamo il cacioricotta, con il vino, il pane, i fusilli con i broccoletti, si è fatto tardi, la tempesta è calata, devo rientrare a Napoli, l’indomani ho appuntamento coi pastori del Sannio. In autostrada rispuntano le stelle, cerco di vincere il sonno e penso che alla fine, nel racconto di Gerardo e Romualdo, il lavoro rimane quello delle origini, della Bibbia e dell’Odissea: il pastore è colui che cammina davanti al gregge, alla ricerca quotidiana di pascoli, punti d’acqua e di riparo; che assiste ai parti e medica gli animali feriti. Per fare questo, deve conoscere palmo a palmo il territorio e i suoi abitanti, le regole d’uso, il mosaico delle proprietà; deve essere in grado di stringere alleanze, di prevenire e gestire i conflitti.

Quella che viene fuori, insomma, è una figura tutt’altro che avulsa dalla vita della comunità, e che si aiuta adesso con le nuove tecnologie: smartphone, posizionamento satellitare, la comunicazione sui social. Ciò nonostante, il pastore resta un intruso, un cittadino invisibile alle politiche e alle amministrazioni, una mina vagante, anche se è il suo lavoro a tener vivi paesaggi collinari e montani che si vanno spegnendo, assieme alle tradizioni, le economie, le identità.

La mattina del giorno dopo c’è l’azzurro sulle colline del Fortore, arrivo a San Giorgio in tempo per uscire con Antonio Casiero e col suo gregge di pecore, raggiungiamo il pascolo percorrendo il sentiero in mezzo a un mosaico perfetto di prati, siepi e macchie di bosco. Nei paesaggi più dolci e meno aridi della collina interna, non c’è più bisogno dell’intraprendenza eroica della capra, questo è il regno della laticauda, la pecora bianca dalla coda larga, arrivata qui dal Nord Africa, e selezionata nei secoli attraverso l’incrocio con ceppi locali. È un’eccellenza tipica di queste colline, un animale docile, che produce un agnello dalla carne particolarmente morbida, di gusto delicatissimo, oltre a un ottimo pecorino.

Qui il pascolo non è brado, come in Cilento, ma stanziale, e viene praticato su prati polifiti di proprietà delle aziende, seminati al posto del tabacco, e recintati con cura. Sembra un’isola felice, ma la crisi colpisce anche qui: a San Giorgio La Molara nell’ultimo trentennio il numero dei pastori è quasi dimezzato, mentre i capi, che pure erano raddoppiati dai tremila del 1982, ai quasi seimila del 2000, sono diminuiti del venti per cento nell’ultimo decennio. Antonio mi spiega come l’agnello di laticauda, di qualità superiore, incontri difficoltà sempre maggiori a competere col prodotto estero, che si acquista a tre euro il chilo di peso vivo, quando da noi ne occorrono quasi il doppio per rientrare dei costi di produzione.

Nel pomeriggio si torna in paese, siamo ospiti di Donato Vicario, il decano degli allevatori di laticauda. Visitiamo l’ovile, ci mostra con orgoglio gli arieti e le fattrici, frutto di una selezione rigorosa: la popolazione di laticauda è piccola, cinquemila capi in tutto, la missione di Donato è fare in modo che questa storia preziosa non si esaurisca. Alla fine ci ritroviamo tutti in cucina, attorno al tavolo, con le donne di famiglia, tre generazioni di allevatori, il più piccolo ha undici anni, si chiama Donato come il nonno, assaggia e valuta con competenza la caciotta appena aperta, dice la sua, mentre le signore portano bottiglie di birra fresca, col pecorino sono perfette.

Vengo via con tutte queste storie, c’erano dieci pastori trent’anni fa, ora sono due, ma quella che ho incontrato è gente appassionata del suo lavoro, competente, che si è sforzata di andare avanti. Le razze tipiche pregiate che allevano, la cilentana e la laticauda, sono eccellenze nell’enogastronomia nazionale, hanno un loro albo genealogico, sono un pezzo importante del patrimonio di biodiversità del paese.

«I pastori devono superare l’isolamento, puntare sull’associazionismo, iniziare a lavorare insieme», mi dice Antonio Limone, commissario dell’Istituto Zooprofilattico per il Mezzogiorno, l’ente deputato ai controlli veterinari e di qualità. Vado a trovarlo nella bella sede di Portici, circondata dal bosco di lecci della Reggia, per cercare di tirare le fila del discorso. «Insieme dobbiamo scrivere i disciplinari di produzione, partendo dalle pratiche tradizionali, e controllare che queste regole vengano rispettate. Solo così riusciremo a tutelare i prodotti di qualità della nostra pastorizia».

Antonio ha ragione, e c’è un’altra considerazione da fare: in Campania i tre quarti della popolazione vive come può, stipata sul quindici per cento di superficie territoriale, nelle pianure congestionate ai piedi dei vulcani. Nella vasta cintura verde appenninica, dal Matese al Cilento, se continua
così, non rimarrà nessuno. In questi paesaggi di colline e montagne che si spopolano, sono i pastori tra i pochi rimasti a prendersi cura dell’ecosistema, a tenere viva un’economia, ed è un lavoro importante, nell'interesse di tutti. Va bene quindi codificare le regole di produzione, ma occorre anche un riconoscimento sociale, un atteggiamento diverso delle istituzioni. C’erano dieci pastori, ne sono rimasti due, cerchiamo di non perdere anche loro.

giovedì 8 dicembre 2016

Salve le Direttive "Habitat" e "Uccelli".






Come ti controllo lo stato di salute delle Direttive U.E.







Le Direttive comunitarie che tutelano gli habitat naturali e seminaturali e le specie di uccelli selvatici, sono state sottoposte al "fitness check" da parte della Commissione presieduta da Junker. Il risultato è stato positivo: non hanno bisogno di adeguamenti. Quello che segue è lo schema di controllo adottato dalla Commissione.










 

Ci risiamo





La Commissione Europea deferisce nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia e propone sanzioni




Dopo quattro anni dalla sentenza della Corte di Giustizia, l'Italia non provvede in modo adeguato al trattamento delle acque reflue di 80 città (Porto Cesareo, Supersano, Taviano in Puglia). Proposta una sanzione giornaliera di 346.922,40 Euro



La Commissione europea deferisce nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia dell'UE per la mancata esecuzione della sentenza della Corte del 2012. Le autorità italiane devono ancora garantire che le acque reflue urbane vengano adeguatamente raccolte e trattate in 80 agglomerati del paese, dei 109 oggetto della prima sentenza, al fine di evitare gravi rischi per la salute umana e l'ambiente.
Il 19 luglio 2012 la Corte di giustizia dell'UE aveva statuito (causa C-565/10) che le autorità italiane violavano il diritto dell'UE (direttiva 91/271/CEE del Consiglio) poiché non provvedevano in modo adeguato alla raccolta e al trattamento delle acque reflue urbane di 109 agglomerati (città, centri urbani, insediamenti).
A distanza di quattro anni la questione non è ancora stata affrontata in 80 agglomerati, che contano oltre 6 milioni di abitanti e sono situati in diverse regioni italiane: Abruzzo (1 agglomerato), Calabria (13 agglomerati), Campania (7 agglomerati), Friuli Venezia Giulia (2 agglomerati), Liguria (3 agglomerati), Puglia (3 agglomerati) e Sicilia (51 agglomerati). La mancanza di adeguati sistemi di raccolta e trattamento in questi 80 agglomerati pone rischi significativi per la salute umana, le acque interne e l'ambiente marino.
La Commissione ha chiesto alla Corte di giustizia dell'UE di comminare una sanzione forfettaria di 62 699 421,40 euro. La Commissione propone inoltre una sanzione giornaliera pari a 346 922,40 euro qualora la piena conformità non sia raggiunta entro la data in cui la Corte emette la sentenza. La decisione finale in merito alle sanzioni spetta alla Corte di giustizia dell'UE.
Garantire che tutte le aree urbane dispongano di strutture per il trattamento delle acque reflue correttamente funzionanti può comportare considerevoli vantaggi per i cittadini dell'UE, poiché le acque non trattate pongono notevoli rischi per la salute umana e l'ambiente.


Contesto
Secondo quanto previsto dalla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/CEE del Consiglio), gli Stati membri sono tenuti ad assicurarsi che gli agglomerati (città, centri urbani, insediamenti) raccolgano e trattino in modo adeguato le proprie acque reflue urbane. Le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri e virus nocivi e rappresentano pertanto un rischio per la salute pubblica. Contengono, tra l'altro, nutrienti, come l'azoto e il fosforo, che possono danneggiare le acque dolci e l'ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano le altre forme di vita, processo conosciuto come eutrofizzazione.
Ai sensi della direttiva 91/271/CEE del Consiglio, le città e i centri urbani con un numero di abitanti equivalenti superiore a 15 000 che scaricano le acque reflue urbane in acque recipienti non considerate aree sensibili erano tenuti a dotarsi di sistemi per la raccolta e il trattamento delle acque reflue entro il 31 dicembre 2000. Ne consegue che gli Stati membri devono assicurare che le acque reflue urbane vengano opportunamente raccolte e trattate prima che siano scaricate nell'ambiente. 
A norma dell'articolo 260 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), se uno Stato membro non ha adottato le misure necessarie per conformarsi ad una sentenza della Corte di giustizia, la Commissione può adire la Corte di giustizia. La decisione relativa a un secondo deferimento alla Corte di giustizia sulla base dell'articolo 260 del TFUE deve sempre essere corredata di una proposta di sanzione e/o somma forfettaria. Il calcolo della sanzione da versare prende in considerazione la gravità dell'infrazione, tenuto conto dell'importanza delle norme violate e degli effetti di tale violazione sugli interessi generali e particolari, della sua durata e della grandezza dello Stato membro, al fine di garantirne l'effetto dissuasivo. Le sentenze della Corte sono vincolanti per tutti gli Stati membri dell'UE, nonché per le stesse istituzioni dell'UE.
Pertanto, il secondo deferimento alla Corte è necessario per garantire l'osservanza delle disposizioni in questi 80 agglomerati restanti, vista l'estrema lentezza dei progressi compiuti e la ripetuta inosservanza dei termini preventivamente annunciati. Altri Stati membri (Belgio, Grecia, Lussemburgo e Portogallo) sono già stati oggetto di sanzioni pecuniarie in casi analoghi, mentre la Spagna è stata nuovamente deferita alla Corte di Giustizia e potrebbe subire sanzioni.

domenica 4 dicembre 2016

Vita selvatica in città




Non solo cemento, siamo inglesi




Wildlife Trust ci guida nella scoperta dei segni della vita selvatica a poca distanza da centri urbani. Una bella trovata...






giovedì 1 dicembre 2016

da Natural England





Come ridurre il rischio di inondazioni

con l'aiuto degli agricoltori





Se solo riuscissimo a seguire le buone pratiche degli altri Paesi, senza doverci inventare nulla. Da noi si finanziano interventi che impattano direttamente sulle aree golenali; nel Regno di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra si finanziano interventi di corretta gestione dei territori fluviali responsabilizzando gli agricoltori.




Nel Regno Unito ci sono una serie di risorse finanziarie disponibili nell'ambito del sistema di "Gestione della campagna" (Countryside Stewardship), per sostenere gli agricoltori ed i gestori del territorio che desiderano adottare tecniche naturali di gestione delle inondazioni e contribuire a rallentare il flusso di acqua con bacini e per ridurre l'impatto delle inondazioni a valle.
Ad esempio:
CREAZIONE DI BOSCHI E MACCHIA
Piantare gestire aree boschive ad una serie di scale in tutto il bacino.
L'azione comprende una gamma di opzioni di creazione e di gestione di boschi e macchia e strumenti finanziari associati per piantare e proteggere i giovani alberi e gestire gli alberi esistenti lungo le rive del fiume.

RIDUZIONE DELLE PRESE D'ACQUA
Modifiche ai sistemi di drenaggio agricoli per ridurre il deflusso e per migliorare la condizione delle torbiere. L'investimento riguarda la riduzione di prese d'acqua a monte. Sono anche previsti pagamenti per la gestione di brughiera d'altopiano, per modifiche ai regimi idraulici finalizzati a modificare i regimi esistenti di bruciatura delle brughiere ed un supplemento ripristinare il regime idraulico delle brughiere.

RESTAURO DELLE SPONDE FLUVIALI
Stabilizzare l'erosione delle rive dei fiumi per ridurre la deposizione di sedimenti a valle.
Sono disponibili risorse finanziarie per realizzare recinzioni finalizzate al recupero delle sponde. Sono anche previsti pagamenti per la gestione del ripristino di zone ripariali lungo le rive fluviali -fasce tampone tra corso d'acqua e seminativi, gestione di fasce ripariali e per riservare pezzi di terra alla non-gestione.

Link al documento qui.







Incendi boschivi in #Israele





PERCHÉ NON C'E' SOLIDARIETÀ AD ISRAELE DEVASTATO DAGLI INCENDI DELL'#INTIFADA? PERCHÉ L'AMBIENTALISMO NOSTRANO È TARGATO E, IN FONDO, #ANTISIONISTA E, FORSE, #ANTISEMITA.



dal Corriere della Sera del 01 dicembre 2016