domenica 15 novembre 2015

da "La Gazzetta del Mezzogiorno" - 15 novembre 2015 - di Giuseppe Armenise





Puglia, la criminalità
uccide i cani da tartufo





Importante articolo del principale quotidiano pugliese che svela retroscena preoccupanti e raccapriccianti per la raccolta dei funghi ipogei che vengono definiti "eccellenza" italiana. Il Parco Nazionale dell'Alta Murgia regolamenta l'afflusso di cercatori che invadono l'area naturale protetta da tutta Italia.





Vere e proprie organizzazioni criminali, che piovono in Puglia dalle regioni dove i controlli sono più stringenti e sono disposte a uccidere pur di guadagnarsi il monopolio del mercato dei tartufi. È quanto accade da qualche tempo nelle aree boscate della regione dove la riforestazione voluta negli anni ‘70 ha portato con sé anche una proliferazione di tartufo anche di una certa qualità tra specie «Bianchetto» nelle zone riforestate a conifere e «Scorzone» in quelle a latifoglie come le querce. Ad attirare l’attenzione della criminalità il volume d’affari che gira intorno al prezioso fungo.

Wurstel con chiodi per i cani dei cercatori di tartufi avversari
La settimana scorsa, giusto per avere un termine di riferimento, in Puglia è stato aggiudicato un pezzo da mezzo chilo a duemila euro. E pensare che non siamo nelle Langhe o in Toscana, patrie del tartufo. Qui da noi, il prezzo lo batte il mercato di Policoro. Si parte comunque da una base di 200 o anche 300 euro a chilogrammo in base alla qualità. Maggiore è la pezzatura del singolo tartufo, maggiore è la valutazione sul mercato.
Quelle che piovono dalla Campania ma ancora di più dal Lazio, dalla zona di Frosinone, sono bande disposte a tutto, anche a eliminare la principale (e indispensabile) «bussola» di qualsiasi tartufaio, ovvero i cani. Cani speciali (il «Lagotto» è il più quotato), con un super olfatto, che a loro volta costituiscono un investimento pesante, perché un esemplare da tartufo costa anche un paio di decine di migliaia di euro. Cani che sono adescati con polpette avvelenate rivestite di maionese o con wurstel ripieni di chiodi che si infiggono nella bocca dei poveri animali, provocandone il soffocamento. È già successo più di una volta.

Cercatore di tartufi con i suoi cani di cui un lagotto
I tartufai «legali» protestano e chiedono che siano fatti più controlli per evitare a queste orde criminali di compiere tali efferati delitti. Di controlli abbisogna adesso anche il parco nazionale dell’Alta Murgia che da domani comincerà a ricevere le domande per le autorizzazioni previste dalla nuova legge regionale in materia. I controlli sarebbero necessari a difesa della tutela degli ecosistemi messi a repentaglio dalle modalità poco corrette utilizzate per la raccolta effettuata per la maggior parte con piccole zappe, ma senza mai poi provvedere a ricoprire la fossetta dalla quale si estrae il tartufo. C’è anche un questione relativa alla disponibilità del fungo. La raccolta dei tempi di «vacche grasse» poteva arrivare anche a un massimo di 10-11 chilogrammi al giorno. Oggi, spiegano dal parco, non si superano i quattro chilogrammi.
L’ente parco, non essendoci cifre ufficiali alle quali fare riferimento ha deciso, per tutti questi motivi, di contingentare a 70 il numero di autorizzazioni rilasciate. Tanto più occorrerà aumentare il livello dei controlli posto che le «calate dei Lanzichenecchi» dei tartufi farebbero lievitare presumibilmente a 200 o 300 le presenze stagionali. Ciascuna, visto quello che prevede la legge regionale pugliese, con due cani a seguito.

domenica 8 novembre 2015

da "The Sacramento Bee" - Novembre 2015





Guai per i granchi della California.

Colpa del cambiamento climatico?




La California ritarda la stagione di pesca del granchio Granciporro (Cancer magister) a causa delle massicce fioriture algali. La temperatura dell'acqua record genera record di alghe e livelli massimi di tossine. Secondo il giornale californiano, il cambiamento climatico ed El Niño "cospirano" sconvolgendo la vita marina.





Come un messaggio in bottiglia, la prova che qualcosa di molto grave si stesse sviluppando per tutto l'anno nell'Oceano Pacifico è arrivata sulle coste della California. Tempeste ordinarie si sono trasformate in "mostri" come, la scorsa settimana, l'uragano Patricia. Il pesce luna tropicale si è manifestato sulle coste dell'Alaska e i granchi rossi della Baia si sono spinti fino alle spiagge a Nord, Contea di Monterey. Ora, tra le elevate temperature dell'acqua nel Pacifico, un record di foiritura algale galleggia, come una eruzione cutanea dovuta al calore, lungo la costa occidentale da Santa Barbara a Seattle, generando concentrazioni record della neurotossina acido domoico. Naturalmente secreta da un tipo di alga chiamata Pseudonitzschia seriata, l'accumulo di acido ha avvelenato centinaia di leoni marini a Sausalito e si sospetta abbia provocato anche la morte di balene nel Golfo dell'Alaska.

Pseudonitzschia seriata

Fonte: ISPRA/www.regione.emilia-romagna.it/crm
Questa settimana, la preoccupazione ha ancor più assediato i californiani dopo che Funzionari statali della Sanità hanno emesso un avviso sorprendente: i granchi catturati lungo la costa occidentale sono troppo tossici per essere mangiati. La stagione di pesca del granchio Granciporro (Cancer magister), che era stata aperta per i dilettanti sabato 7 novembre e per i professionisti commerciali il 15 novembre, è stata posticipata a giovedi 19 dalla California Fish and Game Commission, fino a nuovo avviso; notizia potenzialmente disastrosa. La pesca di granchi nella West Coast ha generato lo scorso anno 70 milioni di dollari (circa 64,5 milioni di Euro) per i pescatori commerciali. I pescatori professionisti di granchi, ricavano la maggior parte del loro reddito trasportando i molluschi freschi, che sono una tradizione gastronomica da generazioni, a dicembre presso i ristoranti della Bay Area e del Nord della California. Ma la sicurezza prima di tutto: una lieve intossicazione da pesce può comportare per un essere umano giorni con crampi addominali, vomito e diarrea; nella sua forma più grave, può causare danni al cervello ed anche la morte.

dal "Gruppo d'Intervento Giudirico onlus" - 02 novembre 2015





Non scherziamo sui Grifoni sardi!





Nella foresta demaniale dei Sette fratelli, nella Sardegna sud-orientale, un cartello informativo non rende giustizia agli splendidi uccelli necrofagi autoctoni. 






Foresta demaniale "Sette Fratelli", cartello informativo sul Grifone (ottobre 2015)
Foresta demaniale “Sette Fratelli”, cartello informativo sul Grifone (ottobre 2015)
Foresta demaniale dei Sette Fratelli, gestita dall’Ente Foreste della Sardegna, una mattina di ottobre 2015.
Una splendida foresta mediterranea, con i colori, i suoni, gli odori della Terra e della Natura.
Un cartello posto su uno dei sentieri attira l’attenzione: “Il Grifone … Areale di distribuzione: oggi è presente solamente nella Sardegna costiera Nord Occidentale, tra Bosa e Capo Caccia. Gli esemplari presenti in Sardegna sono stati importati dalla Spagna e dalla Francia.
Grifone (Gyps fulvus)
Grifone (Gyps fulvus)
“… importati dalla Spagna e dalla Francia”?   Ma da dove salta fuori questa “perla” d’informazione?
Grazie al Cielo, il Grifone (Gyps fulvus) è autoctono, la colonia nidificante fra Bosa e Alghero c’è da sempre.
Come ricorda lo stesso sito web istituzionale Sardegna Foreste“nel 1987 e 1989 con un progetto di ‘Restocking’ effettuato in collaborazione dalla L.I.P.U. (Lega Italiana Protezione Uccelli) e dalla Regione Sardegna, sono stati immessi nel Monte Ferru di Cuglieri 36 Grifoni provenienti dalla Spagna e dalla Francia.
Gli esemplari immessi nel Montiferru (pochi, diversi sono rimasti per anni nella voliera) sono confluiti nella colonia che nidifica sulle alte coste di Bosa.
Per cortesia e per decenza, correggete quel cartello…

Parco Nazionale dell'Alta Murgia






A breve le prime guide ufficiali del Parco






AVVISO PUBBLICO PER INDAGINE DI MERCATO FINALIZZATA AD INDIVIDUARE GLI ENTI FORMATORI INTERESSATI A PARTECIPARE ALLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO PER LA REALIZZAZIONE E GESTIONE DEL "CORSO DI QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE PER IL RILASCIO DEL TITOLO UFFICIALE ED ESCLUSIVO DI GUIDA DEL PARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA".


L'Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in esecuzione dell'articolo 14, comma 5, della Legge Quadro sulle aree protette n. 394/91, “iniziative per la promozione economica e sociale”, d’intesa con la Regione Puglia, ha intenzione di organizzare uno specifico corso di formazione al termine del quale rilasciare il titolo ufficiale ed esclusivo di “Guida del Parco Nazionale dell’Alta Murgia”. Per l’attivazione, realizzazione e conclusione di tale percorso formativo, l'Ente Parco intende affidare a soggetto accreditato, ente di formazione, l'organizzazione e la realizzazione delle attività di seguito sintetizzate: 1) bandire un concorso per titoli (valutazione dei curricula) ed esami (valutazione a seguito di colloquio motivazionale) per selezionare al massimo 15 Partecipanti. 2) Al termine della procedura di selezione, avviare il corso di formazione seguendo il documento contenente il programma e le linee guida elaborati dall'Ente Parco, allegato in bozza al presente Avviso, provvedendo in particolare ad individuare il corpo docente, le location e l'organizzazione dell'esame finale. 3) disbrigo di tutte le pratiche amministrative per il perfezionamento delle procedure. Per partecipare al presente avviso pubblico, gli operatori interessati dovranno presentare la seguente documentazione: o curriculum in carta semplice delle attività svolte; o dichiarazione di insussistenza delle cause di esclusione dalla partecipazione a procedure di affidamento ai sensi dell'art. 38 del D. Lgs. n. 163/2006; o dichiarazione di regolarità della posizione aziendale ai fini contributivi (DURC) con indicazione del codice matricola INPS; o PREVENTIVO DI SPESA con dettaglio delle voci di costo per singola attività, nei limiti in cui è possibile, articolato sulla base delle linee guida elaborate dall'Ente Parco. La documentazione dovrà pervenire a mezzo posta elettronica certificata all'indirizzo: affari generali@pec.parcoaltamurgia.it entro e non oltre il 23/11/2015. Con il presente avviso non è posta in essere alcuna procedura concorsuale o di affidamento, costituendo esclusivamente richiesta di informazioni a scopo di indagine di mercato preliminare ad una successiva selezione per l’acquisizione del servizio. Il Responsabile Unico del Procedimento è la Dott.ssa Annabella Digregorio, tel. 080/3262268.

Le linee guida per la partecipazione alla manifestazione di interesse scaricabili qui:


da "Corriere del Trentino" - 08 novembre 2015 - di Marika Giovannini





Quando essere patrimonio UNESCO può far male





Nel Parco Naturale Regionale di Paneveggio-Pale di San Martino, l'Ente di gestione sta realizzando un'opera quantomeno discutibile, che ad un privato non sarebbe stato concesso realizzare, voluta dalla Fondazione Dolomiti Unesco. Un vero pugno nello stomaco.