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giovedì 21 dicembre 2017

Approvato dal MIPAAF il primo Elenco degli Alberi Monumentali d'Italia







I grandi vecchi da rispettare e salvaguardare







In Puglia sono stati censiti 56 esemplari di cui 5 nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia e 14 nel Parco Nazionale del Gargano.






Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha approvato, con Decreto del 19 dicembre scorso, il primo elenco degli Alberi Monumentali d'Italia.
L'elenco, diviso per Regioni, si compone di 2.407 alberi che si contraddistinguono per l'elevato valore biologico ed ecologico (età, dimensioni, morfologia, rarità della specie, habitat per alcune specie animali), per l'importanza storica, culturale e religiosa che rivestono in determinati contesti territoriali. Sul sito istituzionale www.politicheagricole.it, è stata creata un'apposita sezione dedicata agli alberi monumentali, dove sono indicate caratteristiche e geolocalizzazione dei "monumenti" verdi, con aggiornamento costante.
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La grande roverella (Quercus pubescens) di Jazzo del Demonio, nel Bosco di Scoparella, Ruvo di Puglia,
nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia, è stata catalogata tra gli alberi monumentali d'Italia.
In Puglia sono stati censiti 56 esemplari di cui 5 nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia e 14 nel Parco Nazionale del Gargano.
"Questo primo elenco - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - rappresenta uno strumento utile per diffondere la conoscenza di un patrimonio naturale e culturale collettivo di inestimabile valore. Gli alberi monumentali hanno un forte valore identitario per molte comunità e per questo vogliamo promuovere e valorizzare la loro conoscenza tra i cittadini".

L'elenco degli alberi monumentali, appartenenti a specie autoctone e alloctone, è costituito da individui singoli, filari, gruppi e alberature, radicati in contesti agro-silvo-pastorali o urbani. L'approccio valutativo che ha portato all'attribuzione del carattere di monumentalità e quindi all'iscrizione in elenco è stato attento non solo al contesto ambientale, ma anche a quello storico e paesaggistico in cui l'albero o il sistema omogeneo di alberi insiste.
L'elenco è frutto di una intensa attività di catalogazione realizzata, in modo coordinato e sinergico, dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dalle Regioni e Province autonome e dai Comuni, che la legge indica come diretti operatori del censimento. Ai soggetti istituzionali si sono aggiunti, per il supporto scientifico, il Centro di ricerca per l'agrobiologia e la pedologia del CREA, e per le preziose attività di segnalazione, Enti parco, istituti scolastici, professionisti agronomi e forestali, associazioni ambientaliste e cittadini.
Di seguito l'elenco:







mercoledì 20 dicembre 2017

Dal Centro visite "Torre dei Guardiani" del Parco Nazionale dell'Alta Murgia







Escursione a Piano del Monaco, Andria








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Ultima passeggiata dell’anno per il Centro Visita Torre dei Guardiani. Sabato 23 dicembre, in mattinata, le guide naturalistiche vi portano in escursione a Piano del Monaco, in territorio di Andria. L’appuntamento è per le 9.00.
Si parte dall’Agriturismo Piano del Monaco, situato nella omonima piana, ai piedi dei più alti rilievi murgiani, tra cui Monte Caccia. L’itinerario si snoda tra i pascoli rocciosi, i coltivi e qualche stradella bianca, dunque in massima parte su percorso libero, attraversando spazi apertissimi. Interessanti sono i numerosi trulli che punteggiano i coltivi, i panorami ampi dall’Appennino al Gargano, oltre alla sommità del rilievo che raggiungeremo, occupato da rocce aguzze e cesellate dal carsismo. Nei pressi dell’Agriturismo c’è uno jazzo con anesso mungituro. Il percorso, ad anello, è lungo circa 5 chilometri, con un dislivello di 100 metri circa. Non presenta particolari difficoltà. Si consiglia caldamente abbigliamento antivento e a strati.
Per partecipare all’escursione è necessario prenotarsi, chiamando il numero 080.3743487 (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18.30) oppure inviando una mail all’indirizzo prenotazionitorredeiguardiani@gmail.com, indicando il numero dei partecipanti e il numero di telefono di uno dei referenti del gruppo. E‘ possibile prenotarsi entro e non le 12 di venerdì 22 dicembre. I prenotati saranno ricontattati dallo Staff del Centro Visite Torre dei Guardiani per comunicare eventuali informazioni pratiche sul’escursione. L’escursione potrà essere annullata nel caso in cui non si raggiunga il numero minimo di partecipanti o in caso di avverse condizioni climatiche.
L’escursione, è a cura dell’ATS “Torre”, l’Associazione Temporanea di Scopo, “Torre” formata da Di.Di. srl (Oasi Naturale di Torre Calderina), Laetitia, Terrae, Ulixes, Verderame, che ha in gestione il Centro Visita Torre dei Guardiani. Alcune delle attività in programma sono in collaborazione con le 29 associazioni partner dell’ATS. Il programma completo degli eventi e delle escursioni è disponibile sul sito istituzionale del Parco www.parcoaltamurgia.gov.it.
Al Centro Visita, in contrada Jazzo Rosso, a Ruvo, nella sede del Parco, a Gravina, e presso l’Officina del Piano, a Ruvo, sarà possibile recuperare anche la copia cartacea del programma, che contiene, fra le altre cose, il “vademecum del buon escursionista”, con consigli pratici per affrontare al meglio i percorsi proposti. Il programma è disponibile anche sulla fan page del Centro Visita Facebook “Centro Visite Torre dei Guardiani”.

martedì 10 gennaio 2017

Un seminario su insetti, ragni & co.









LA BIODIVERSITA' DEGLI ARTROPODI

NEL PARCO NAZIONALE DELL'ALTA MURGIA








In programma il 19 gennaio alle 15:30 presso la ex Facoltà di Agraria a Bari











Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in collaborazione con il Dipartimento DiSSPA dell’Università degli Studi di Bari, la BBCA, associazione no-profit impegnata nel settore del controllo biologico di organismi dannosi, e con il patrocinio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Bari, ha organizzato un seminario dal titolo “La Biodiversità degli artropodi nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia” che si terrà il 19 gennaio alle 15,30 presso l’aula Magna della ex Facoltà di Agraria in via Amendola n. 165 a Bari.
L’evento sarà l’occasione per illustrare i risultati preliminari del monitoraggio degli artropodi (grande raggruppamento di invertebrati comprendente la classe degli insetti e degli aracnidi), in atto nel territorio del Parco da parte dello staff di ricerca coordinato dal Prof. Enrico de Lillo, e riflettere sulle metodologie di lotta alle specie esotiche invasive.
Sono previsti crediti formativi per gli iscritti all’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali e per gli studenti universitari partecipanti al seminario.

















mercoledì 4 gennaio 2017

da "La Zampa.it - La Stampa.it" - 04 gennaio 2017 - di Antonella Mariotti




Le gru tornano sulle rive del Po.

“Migrano qui dove c’è più cibo”






Planano “gridando” vicino a Casale, ripartiranno a fine gennaio. Un fenomeno che si verifica anche in Puglia nel Tavoliere e nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia.








Iniziamo ad aspettarle che sono le quattro del pomeriggio. C’è ancora la luce e fa già parecchio freddo. Ci avviciniamo alle sponde del Po, nei territori del Casalese dove il Parco è quello che difende la natura tra Alessandria e Vercelli. «Meglio non dire il punto preciso dove siamo. Abbiamo deciso di farle stare tranquille». Nicola Scatassi è un guardaparco, ci guida verso una migrazione spettacolare di gru. Animali maestosi, uccelli alti un metro e trenta, più o meno, e con un’apertura alare di due metri. Sono grigi con la punta delle ali nera. Qui sui ghiaioni, le «spiagge» del fiume, se ne posano da tre anni almeno mille, a volte anche 1500 per almeno due mesi da dicembre a gennaio. E gridano. Le sentiamo arrivare verso le cinque. Sono le prime cinquanta. Il freddo aumenta con l’oscurità e si fa fatica a vederle mentre si preparano a passare la notte sui ghiaioni: le loro zone di roost, dove si aggregano per dormire. Siamo a qualche centinaio di metri. Alle cinque e venti: «Eccole, guarda là in fondo dove c’è il bosco di pioppi e salici, escono da lì». Con il binocolo si individua una massa di ali distese per planare, non si riesce a fare una stima tante quante sono. Ma il vociare è incredibile, sono grida che si sentono ancora di più nel silenzio del fiume d’inverno.
Volo di gru nel marzo 2015 nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia - Ph. Giuseppe Carlucci
«Gli animali si sanno adattare a situazioni e condizioni diverse. Non sappiamo ancora dire perché sono così tante e hanno scelto il Piemonte per svernare. È un fenomeno piuttosto recente». Toni Mingozzi è zoologo, docente a Torino a Veterinaria, ricercatore ed esperto di conservazione faunistica. «Servirebbero fondi per avviare una ricerca - spiega Mingozzi -, per adesso possiamo solo fare ipotesi. Il cambiamento climatico ha aumentato il periodo di riproduzione, e quindi il numero di animali, e anche le zone dove trovare cibo. La cosa sorprendente è che nel Nord Italia la loro presenza è stata sempre sporadica, negli ultimi anni invece è andata aumentando sempre di più». Da Hortobagy, riserva per le gru in Ungheria, invece di andare verso Sud (il Nord Africa è la loro destinazione) tagliano la rotta migratoria e passano sulla Pianura Padana: qui trovano le granaglie di cui si cibano, i resti della trebbiatura.
«Adesso le tecniche di coltivazione sono talmente buone che per le povere gru non resta molto» sorride amaro Mingozzi. La diversa rotta è il cambiamento più conseguente al riscaldamento globale. Certo che qui sul fiume alle sei di sera il cambiamento climatico si sente poco. Anche Giovanni, barcaiolo da una vita, barcè che conosce il Po meglio di chiunque altro, sembra avere freddo come noi. «Sa che ieri vicino al mio orto, proprio là: ce n’erano tantissime: era tutto nero di gru». Il terreno di Giovanni è a un paio di chilometri: chissà se le gru hanno scelto quel posto perché c’era più cibo o più tranquillità. «La tranquillità è un problema, nel senso che le gru sono animali molto sospettosi, soprattutto in Italia» dicono gli zoologi. «In altri Paesi sono più confidenti» dice ancora Mingozzi. Alle sette è troppo buio per restare, le gru stanno ancora vociando, il ghiaione è tutto scuro di ali e lunghi colli.















lunedì 19 dicembre 2016

Innovazione e ausilio per i cittadini





EVVIVA: ATTIVO IL NUOVO SERVIZIO DI WEB-GIS DEL PARCO NAZIONALE DELL'ALTA MURGIA





Fruibile anche su smatphone e tablet, adotta un'interfaccia estremamente semplice con strati informativi completi.






A partire dal nuovo anno sarà possibile usufruire del servizio cartografico del Parco Nazionale dell'Alta Murgia con tecnologia WebGIS attraverso un link dedicato sul sito istituzionale indirizzato a http://85.33.124.133/apps/AltaMurgia/, per la consultazione del Piano per il Parco.
Il sistema è realizzato con interfaccia utente intuitiva con caratteristiche responsive in modo da essere richiamato con qualsiasi dispositivo (personal computer, tablet e smartphone) ed è funzionante senza l’installazione di ulteriori componenti software. L’accesso è libero e non necessita di alcuna profilazione utente e le informazioni contenute sono strutturate in strati distinti attivabili all’occorrenza a seconda della tipologia di analisi da eseguire.
Il sistema, per ottimizzare la rapida visualizzazione delle informazioni, si avvia proponendo la visualizzazione del limite del Parco consentendo la navigazione della mappa nell’area
territoriale di interesse in modo che l’utente possa determinare gli strati da visualizzare tra l’elenco e, all’occorrenza, ottenere le informazioni attraverso lo specifico strumento per leggere
le informazioni.

Le informazioni del Piano per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia sono rese disponibili attraverso file vettoriali (shapefile) certificati con impronta digitale, attualmente non scaricabili ma di cui si può richiedere copia conforme all’Ente.
Il sistema WebGIS gestisce oltre ai dati del Piano anche dati messi a disposizione dalla Regione Puglia attraverso cooperazione applicativa secondo standard WMS (PPTR, Ortofoto, Carta uso del suolo). E' possibile, quindi, attivare numerose funzionalità per ottenere, tra l'altro, informazioni di misure in mappa, stampare in formato .pdf, accedere alle informazioni attributo degli strati informativi, leggere le coordinate geografiche. Buona navigazione sul WebGis del Parco Nazionale dell'Alta Murgia.

domenica 11 dicembre 2016

Meraviglie della tecnologia






COM'E' CAMBIATO L'ECOSISTEMA

DELL'ALTA MURGIA (ZONA FRANCHINI)

DAL 1984 AL 2016 NEL TIMELAPSE DI GOOGLE EARTH







domenica 15 novembre 2015

da "La Gazzetta del Mezzogiorno" - 15 novembre 2015 - di Giuseppe Armenise





Puglia, la criminalità
uccide i cani da tartufo





Importante articolo del principale quotidiano pugliese che svela retroscena preoccupanti e raccapriccianti per la raccolta dei funghi ipogei che vengono definiti "eccellenza" italiana. Il Parco Nazionale dell'Alta Murgia regolamenta l'afflusso di cercatori che invadono l'area naturale protetta da tutta Italia.





Vere e proprie organizzazioni criminali, che piovono in Puglia dalle regioni dove i controlli sono più stringenti e sono disposte a uccidere pur di guadagnarsi il monopolio del mercato dei tartufi. È quanto accade da qualche tempo nelle aree boscate della regione dove la riforestazione voluta negli anni ‘70 ha portato con sé anche una proliferazione di tartufo anche di una certa qualità tra specie «Bianchetto» nelle zone riforestate a conifere e «Scorzone» in quelle a latifoglie come le querce. Ad attirare l’attenzione della criminalità il volume d’affari che gira intorno al prezioso fungo.

Wurstel con chiodi per i cani dei cercatori di tartufi avversari
La settimana scorsa, giusto per avere un termine di riferimento, in Puglia è stato aggiudicato un pezzo da mezzo chilo a duemila euro. E pensare che non siamo nelle Langhe o in Toscana, patrie del tartufo. Qui da noi, il prezzo lo batte il mercato di Policoro. Si parte comunque da una base di 200 o anche 300 euro a chilogrammo in base alla qualità. Maggiore è la pezzatura del singolo tartufo, maggiore è la valutazione sul mercato.
Quelle che piovono dalla Campania ma ancora di più dal Lazio, dalla zona di Frosinone, sono bande disposte a tutto, anche a eliminare la principale (e indispensabile) «bussola» di qualsiasi tartufaio, ovvero i cani. Cani speciali (il «Lagotto» è il più quotato), con un super olfatto, che a loro volta costituiscono un investimento pesante, perché un esemplare da tartufo costa anche un paio di decine di migliaia di euro. Cani che sono adescati con polpette avvelenate rivestite di maionese o con wurstel ripieni di chiodi che si infiggono nella bocca dei poveri animali, provocandone il soffocamento. È già successo più di una volta.

Cercatore di tartufi con i suoi cani di cui un lagotto
I tartufai «legali» protestano e chiedono che siano fatti più controlli per evitare a queste orde criminali di compiere tali efferati delitti. Di controlli abbisogna adesso anche il parco nazionale dell’Alta Murgia che da domani comincerà a ricevere le domande per le autorizzazioni previste dalla nuova legge regionale in materia. I controlli sarebbero necessari a difesa della tutela degli ecosistemi messi a repentaglio dalle modalità poco corrette utilizzate per la raccolta effettuata per la maggior parte con piccole zappe, ma senza mai poi provvedere a ricoprire la fossetta dalla quale si estrae il tartufo. C’è anche un questione relativa alla disponibilità del fungo. La raccolta dei tempi di «vacche grasse» poteva arrivare anche a un massimo di 10-11 chilogrammi al giorno. Oggi, spiegano dal parco, non si superano i quattro chilogrammi.
L’ente parco, non essendoci cifre ufficiali alle quali fare riferimento ha deciso, per tutti questi motivi, di contingentare a 70 il numero di autorizzazioni rilasciate. Tanto più occorrerà aumentare il livello dei controlli posto che le «calate dei Lanzichenecchi» dei tartufi farebbero lievitare presumibilmente a 200 o 300 le presenze stagionali. Ciascuna, visto quello che prevede la legge regionale pugliese, con due cani a seguito.

domenica 8 novembre 2015

Parco Nazionale dell'Alta Murgia






A breve le prime guide ufficiali del Parco






AVVISO PUBBLICO PER INDAGINE DI MERCATO FINALIZZATA AD INDIVIDUARE GLI ENTI FORMATORI INTERESSATI A PARTECIPARE ALLA PROCEDURA DI AFFIDAMENTO PER LA REALIZZAZIONE E GESTIONE DEL "CORSO DI QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE PER IL RILASCIO DEL TITOLO UFFICIALE ED ESCLUSIVO DI GUIDA DEL PARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA".


L'Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia, in esecuzione dell'articolo 14, comma 5, della Legge Quadro sulle aree protette n. 394/91, “iniziative per la promozione economica e sociale”, d’intesa con la Regione Puglia, ha intenzione di organizzare uno specifico corso di formazione al termine del quale rilasciare il titolo ufficiale ed esclusivo di “Guida del Parco Nazionale dell’Alta Murgia”. Per l’attivazione, realizzazione e conclusione di tale percorso formativo, l'Ente Parco intende affidare a soggetto accreditato, ente di formazione, l'organizzazione e la realizzazione delle attività di seguito sintetizzate: 1) bandire un concorso per titoli (valutazione dei curricula) ed esami (valutazione a seguito di colloquio motivazionale) per selezionare al massimo 15 Partecipanti. 2) Al termine della procedura di selezione, avviare il corso di formazione seguendo il documento contenente il programma e le linee guida elaborati dall'Ente Parco, allegato in bozza al presente Avviso, provvedendo in particolare ad individuare il corpo docente, le location e l'organizzazione dell'esame finale. 3) disbrigo di tutte le pratiche amministrative per il perfezionamento delle procedure. Per partecipare al presente avviso pubblico, gli operatori interessati dovranno presentare la seguente documentazione: o curriculum in carta semplice delle attività svolte; o dichiarazione di insussistenza delle cause di esclusione dalla partecipazione a procedure di affidamento ai sensi dell'art. 38 del D. Lgs. n. 163/2006; o dichiarazione di regolarità della posizione aziendale ai fini contributivi (DURC) con indicazione del codice matricola INPS; o PREVENTIVO DI SPESA con dettaglio delle voci di costo per singola attività, nei limiti in cui è possibile, articolato sulla base delle linee guida elaborate dall'Ente Parco. La documentazione dovrà pervenire a mezzo posta elettronica certificata all'indirizzo: affari generali@pec.parcoaltamurgia.it entro e non oltre il 23/11/2015. Con il presente avviso non è posta in essere alcuna procedura concorsuale o di affidamento, costituendo esclusivamente richiesta di informazioni a scopo di indagine di mercato preliminare ad una successiva selezione per l’acquisizione del servizio. Il Responsabile Unico del Procedimento è la Dott.ssa Annabella Digregorio, tel. 080/3262268.

Le linee guida per la partecipazione alla manifestazione di interesse scaricabili qui:


sabato 5 settembre 2015

Intervento del Consigliere regionale Mario Conca (M5S)



Cinghiali e Parco Nazionale dell'Alta Murgia



Il problema resta quello della poca informazione. Si considera un fenomeno naturale un'emergenza con tutto quel che ne consegue mentre fino ad ora la Regione non ha mosso un dito. Si spera in Emiliano.



Il Consigliere regionale pugliese, Mario Conca del Movimento 5 Stelle, interviene, con il comunicato che pubblichiamo di seguito, sulla questione della presenza di cinghiali nel territorio del Parco Nazionale dell'Alta Murgia, dopo aver partecipato ad un incontro sul tema organizzato dallo stesso Ente Parco a Ruvo di Puglia nel pomeriggio di mercoledi 9 settembre. Nel comunicato, Conca coglie nel segno quando chiama alla responsabilità i vertici della Regione Puglia che, su questo tema, ancora non si sono espressi. Certo, non si può addebitare alla Giunta "Emiliano" alcunché su questo argomento, mentre molto si può e si deve addebitare ai vertici politici ed amministrativi delle scorse legislature che, pur investiti della questione dallo stesso Ente Parco e dalla Prefettura di Bari, e pur avendo ricevuto tutta la collaborazione possibile, sono rimasti inerti. Speriamo che la situazione sia recuperabile.

Mario Conca
"Un numero inverosimile di cinghiali selvatici, si parla di circa 4 mila esemplari, popola, dagli inizi degli anni 2000, la zona del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. Una specie non autoctona la cui massiccia presenza configura da anni una stangata per coltivatori ed operatori economici del territorio, se si considera che puntualmente svariate tipologie di raccolto (leguminose, mandorle, frutta) vengono ogni anno compromesse e fabbricati come muretti a secco o recinzioni danneggiati.
“La condizione vissuta dagli agricoltori dell’Alta Murgia, in relazione alla invasiva presenza di un numero spropositato di cinghiali, è senza dubbio drammatica – dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Mario Conca. Che sottolinea: “Più preoccupante è tuttavia il pericolo che le mandrie di suidi costituiscono per la pubblica incolumità. Non penso solo agli incidenti stradali o ai problemi di viabilità, un recente episodio di cronaca ci ricorda che disgraziatamente si può anche morire sbranati dall’animale”.
Mercoledì si è tenuto un incontro a Ruvo (foto in allegato), presso gli uffici del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, per discutere ed affrontare il problema alla presenza del presidente Cesare Veronico, di alcuni dirigenti dell’Ente, dell’associazione Coscienza collettiva, degli imprenditori agricoli, delle istituzioni locali e dello stesso consigliere Mario Conca che tuttavia specifica: “Solo un intervento della Regione Puglia potrà definitivamente risolvere il problema perché, se è pur vero che l’Ente Parco ha già catturato diverse decine di esemplari con l’ausilio di gabbie, ancora tantissimi sono quelli che occupano la zona e, per fondi necessari e competenze territoriali che potrebbero valicare quelle dei confini del Parco, solo il governo regionale può essere in grado di affrontare efficacemente e soprattutto in maniera risolutiva la questione".
"Chiederò pertanto al Presidente Michele Emiliano ed all’Assessore competente Di Gioia - conclude - di attivare il prima possibile un tavolo tecnico che coinvolga l’Ente Parco, le istituzioni locali e i rappresentanti degli agricoltori e dei cittadini dell’Alta Murgia e verificheremo se la Regione si prenderà le proprie responsabilità nel risolvere un sentito problema che da tempo affligge la comunità murgiana".