mercoledì 10 gennaio 2018

Il contraltare alla più grande acciaieria d'Europa non decolla






L'ILVA ed il Parco Regionale delle occasioni mancate






Meglio parlare di morte e di morti che di vita e di riscatto grazie all'area protetta "Terra delle gravine"?






Con la legge regionale n. 52 del 1. dicembre dello scorso anno, è stato stabilito che la gestione del Parco Naturale Regionale "Terra delle Gravine" (la più vasta area protetta a titolarità della Regione Puglia) sia affidata ad un Consorzio tra Enti Locali. Il Consorzio, però, non è stato ancora formalmente costituito e tutto ciò che, a cascata, la norma prevede venga fatto, ovviamente non è stato fatto. Comunque erediterà la gestione del Parco dall'Amministrazione provinciale di Taranto la quale, come noto, non ha brillato affatto nei compiti assegnati.
Intanto, nelle belle contrade della provincia di Taranto, l'ILVA sta sempre là con i suoi carichi inquinanti, i suoi fumi cancerosi ma anche con tanti posti di lavoro e relative famiglie con reddito.
C'è rapporto tra una realtà in divenire, speranzosa e bella come sono belle le gravine dell'arco jonico con il loro Parco, ed un mostro che sputa veleni mantenendo in piedi l'economia locale e nazionale?
La risposta è facile ed immediata. Sì. Ed è un rapporto complesso, di relazioni fisiche e psicologiche, di economie diametralmente opposte. Di morti che sono tali perché all'ILVA ci lavoravano e di quelli che lo sono per aver respirato aria mefitica e necrofora.
Risultati immagini per terra delle gravine
Gravina di Laterza
Ma, superior stanno le città della Terra delle Gravine e longeque inferior sta Taranto con il mostro. Vien da pensare che la posizione dominante dei cittadini delle gravine in qualche modo li possa preservare dalle emissioni omicide. E vien pure da pensare che la gestione del Parco Regionale possa costituire un contraltare all'immagine di morbilità e di disinteresse per la salute pubblica della più grande acciaieria d'Europa. La sensazione, però, è che questa traccia di riscatto per il territorio tarantino non sia stata colta. Il Parco Regionale "Terra delle Gravine" ha avuto vita sempre grama. La genesi, prima del 2005, era piena di ponderazione e di confronto con i detentori di interessi. Si andava con i piedi di piombo ma con obiettivi chiari e precisi. Dal 2005 (con l'avvento della Giunta guidata da Nichi Vendola), un'accelerazione improvvisa, irragionata ed irragionevole ha portato ad un Parco malvoluto, dai confini incerti e tremolanti. Una legge, quella istitutiva del Parco, contraddittoria, con molti vuoti. Facile da impallinare, nel senso letterale del termine perché presa di mira da cacciatori ed associazioni agricole tanto da farla modificare ed integrare per ben tre volte. Le ultime due nel corso del 2017 con un'ulteriore revisione del perimetro già da elettrocardiogramma. Insomma, di tutto un po', per questo povero Parco Regionale, tranne che la gestione.
Eppure, gestire questo Parco da 25.000 ettari, con 13 Comuni della Provincia di Taranto (Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Massafra, Palagiano, Palagianello, Statte, Crispiano, Martina Franca, Montemesola, Grottaglie e S. Marzano) ed uno della Provincia di Brindisi (Villa Castelli), uno dei Siti Natura 2000 più importanti del Continente europeo, vorrebbe dire curare un serbatoio per l'assorbimento di gas serra e di altro tipo emessi dall'ILVA, custodire la risposta biologica all'aggressione chimica dell'acciaieria. Tutto questo è presente nelle menti degli amministratori locali che dovrebbero curare il tesoro del Parco? Non è dato di sapere. Qualche segnale di vita va dato, comunque. Un'assunzione di responsabilità va fatta. Certo, a due mesi dalle elezioni politiche con le truppe cammellate pronte a raccogliere voti ed a fare promesse su tutt'altro, ogni speranza pare riposta male. Eppoi, vuoi mettere che cosa vuol dire apparire in tv e nei giornali ogni giorno per ribadire che l'ILVA uccide ma dà anche tanto lavoro e ricchezza e che gli indiani sono lì li per prenderla in mano e che c'è una guerra giudiziaria penale ed amministrativa... No, ma quale Parco regionale "Terra delle Gravine"! Qui si è seri: si parla solo di morte.

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