sabato 17 ottobre 2015

Nel Parco Nazionale del Pollino




Divieto di arrampicata contestato.

Ma le motivazioni per il provvedimento ci sono tutte. #1





Il Direttore del più grande Parco Nazionale d'Italia ha disposto, con una semplice nota, che in tutto il territorio dell'area naturale protetta non si possano più effettuare attività di arrampicata su roccia. Forse il metodo non è dei più ortodossi, ma la tutela di importanti specie di uccelli rupicoli è prioritaria.





Il Direttore del Parco Nazionale del Pollino, Gerardo Travaglio, con nota n. 10577 del 5 ottobre 2015, ha disposto temporaneamente il divieto di arrampicata sportiva e alpinismo nel territorio
del Parco stesso, per la salvaguardia delle specie rupicole, vegetali e animali, che possono essere minacciate da tali attività sportive. Per questo motivo, le associazioni Altura – Calabria, LIPU Calabria e Stazione Ornitologica Calabrese, impegnate da tempo nella tutela dell’avifauna selvatica, hanno messo in evidenza, tramite loro rappresentanti, che il Parco Nazionale del Pollino, compreso nella zona ZPS (Zona di Protezione Speciale, ai sensi della Direttiva 79/409/CE “Uccelli”), ospita diverse specie di uccelli legate per la riproduzione alle pareti rocciose. Si tratta di esemplari, tra i quali l’avvoltoio grifone, l’Aquila reale, il Falco pellegrino, il Gufo reale, il Lanario e il Capovaccaio, ormai rari nel settore meridionale della penisola, per difficoltà di nidificazione e riproduzione. La
presenza umana, infatti può spaventare gli uccelli adulti che mancano di condurre le prede al nido, e anche i nidiacei più giovani che si vedono costretti a tentare l’involo dal nido prima del tempo, trovando la morte. Un Parco Nazionale trova la sua ragione d'esistere nella tutela del patrimonio di biodiversità presente al suo interno, pertanto scalate e arrampicate, in
quanto causa del fallimento della riproduzione di specie rupicole, necessitano
di una regolamentazione, anche in base al Decreto del 17 ottobre 2007 sui “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)”.
Non è però pensabile che tali attività sportive possano venire vietate in tutto il Parco, pertanto la richiesta delle associazioni ambientaliste agli organi dell’Ente Parco è che alla nota del Direttore Travaglio faccia seguito un accordo tra enti e istituti interessati alle arrampicate ed escursioni, per
redigere un provvedimento contenente l’elenco dei siti in cui svolgere tali attività sportive senza recar danno alle specie selvatiche rare.

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