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mercoledì 27 dicembre 2017

In #Colorado (#USA) da EnviroNews Colorado








#Puma e #OrsiNeri per ora l'hanno scampata







La Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto del Colorado ha bloccato un Piano di controllo dei predatori con cui si eliminerebbero tra i 15 e i 45 Puma e da 30 a 75 Orsi neri per un periodo di tre anni sul versante occidentale del Colorado e oltre la metà della popolazione di leoni di montagna in un'area di 2.370 miglia quadrate nel Colorado centro-meridionale.





Orso nero (Ursus americanus)
Buone notizie per gli animali selvatici e per coloro che li amano. Un Tribunale federale ha temporaneamente bloccato un piano controverso per uccidere i leoni di montagna (Puma concolor) e gli orsi neri (Ursus americanus) su terre pubbliche in Colorado. La sentenza segna la più recente in una serie di vittorie per gruppi ambientalisti contro il governo federale.
La sentenza congiunta, pronunciata il 6 novembre 2017 dalla Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto del Colorado, nasce da una causa avviata ad aprile dai gruppi di conservazione WildEarth Guardians e dal Center for Biological Diversity contro il programma dell'US Wildlife Department del Dipartimento dell'Agricoltura (WSU) finalizzato, mediante il controllo dei predatori, a verificare se se tale prelievo aumenti le popolazioni di Cervi muli (Odocoileus hemionus).
Cervo mulo (Odocoileus hemionus)
Wildlife Services è un ramo del servizio di ispezione sanitaria per animali e piante (APHIS) dell'USDA, e collabora con il Colorado Parks and Wildlife (CPW). I gruppi di conservazione hanno criticato a lungo il Wildlife Service per la sua pratica di uccidere importanti predatori come una forma di "gestione". Nel 2016 quest'ultimo ha ucciso un totale di 2,7 milioni di animali, compresi 1,6 milioni di specie native.
L'agenzia deve ora sospendere le pratiche di controllo dei predatori in alcune parti dello stato fino ad agosto 2018; a quel punto sarà necessario presentare una nuova valutazione ambientale (EA) ai sensi della legge sulla politica ambientale nazionale (NEPA) per determinare gli impatti ecologici generali dei piani.
Leone di montagna (Puma concolor)
Il piano di gestione del Predator Piceance Basin del CPW e il piano di gestione del predatore del fiume Arkansas eliminerebbero tra i 15 e i 45 leoni di montagna e da 30 a 75 di orso nero per un periodo di tre anni sul versante occidentale del Colorado e oltre la metà della popolazione di leoni di montagna in un quadrato di 2.370 metri quadrati -mile area nel Colorado centro-meridionale.
Il divieto temporaneo blocca anche il dispiegamento di M-44 - dispositivi attivati ​​a molla contenenti capsule di cianuro di sodio tossico usati per uccidere coyote, volpi e cani selvatici.
Nel 2016, l'APHIS ha riferito di 60 coyote uccisi intenzionalmente dagli M-44 in Colorado insieme a tre volpi e due corvi uccisi involontariamente.
"Il nostro obiettivo finale con la sfida di questa valutazione ambientale è che vogliamo davvero che i servizi per la fauna selvatica diano un'occhiata a quello che stanno facendo e agli effetti sull'ambiente", ha detto Stuart Wilcox, agente per i guardiani di WildEarth, a EnviroNews in un colloquio telefonico.

venerdì 5 maggio 2017

da "The connection to your community" - 02 maggio 2017 - di Bill Hafker






Per conservare "la migliore idea americana":

i Parchi Nazionali






Gli americani ed i visitatori degli Stati Uniti stanno visitando i Parchi con numeri record. Tuttavia, di fronte a questo grande spettacolo di sostegno, il National Park Service sta affrontando una sfida seria: reperire 12 miliardi di dollari per riparare infrastrutture necessarie.

Probabili 500 milioni di dollari all'anno fino al 2047 dalle entrate pubbliche derivanti da royalties da petrolio e gas.









Come appassionato di Parchi Nazionali, mi sono sentito molto privilegiato di essere nel Parco Nazionale di Acadia il 25 agosto 2016 quando il National Park Service (NPS) ha celebrato il suo centenario. Ho trovato il mio ricordo preferito del Parco Nazionale; un'immagine delle iconiche "Bubbles at Jordan Pond", firmata dall'intera delegazione del Congresso del Maine. Erano lì per celebrare l'evento ed è stato stimolante ascoltare il loro appoggio unanime, bipartisan ed emotivo al Parco di Acadia e per l'intero sistema dei Parchi Nazionali. Mi ha fatto sperare il fatto che la mia delegazione del Congresso di Virginia sia stata inequivocabilmente favorevole ai numerosi siti del Parco Nazionale che siamo fortunati ad avere a pochi pochi minuti, o a poche ore, dalla contea di Fairfax.
Acadia National Park
Il National Park Service negli ultimi 100 anni ha protetto molti dei paesaggi più scenici dell'America, la sua diversa fauna selvatica, spesso minacciata, ed elementi chiave della nostra storia culturale. Mentre celebriamo 100 anni della "Migliore idea dell'America" ​​ed attendiamo ulteriori integrazioni al sistema, non dobbiamo perdere traccia del lavoro critico finalizzato a curare e mantenere le gemme già presenti nel sistema.

Gli americani ed i visitatori degli Stati Uniti stanno visitando i Parchi con numeri record. Tuttavia, di fronte a questo grande spettacolo di sostegno, il National Park Service sta affrontando una sfida seria: reperire 12 miliardi di dollari per riparare infrastrutture necessarie. Queste vanno dai percorsi non manutenuti, alle strade sgretolate, ai centri visitatori costruiti più di 50 anni fa in disperato bisogno di ristrutturazione. Alcune cose possono possono attendere maggior tempo per essere riparate, ma molte altre, come gli edifici storici, no. Sono rimasto in fila per usare un orinatoio accanto a un bagno chiuso, il cui uso continuo fa perdere i liquami non trattati nell'ambiente attraverso tubi vecchi o danneggiati. Queste infrastrutture decadenti mettono in pericolo sia il futuro di questi tesori del patrimonio americano, sia le economie locali che lo sostengono in modo significativo.

In Virginia, i Parchi Nazionali non sono solo luoghi che proteggono pezzi importanti del nostro ambiente e del patrimonio naturale, ma sono anche i motori economici più importanti. Secondo le stime del National Park Service, i visitatori dei Parchi Nazionali in Virginia, nel 2015, hanno speso 982,9 milioni di dollari nei territori locali. Questo ha sostenuto oltre 15.000 posti di lavoro ed ha aggiunto una stima di 1,3 miliardi di dollari nell'indotto economico in Virginia. I Parchi Nazionali in Virginia affrontano la spesa enorme di 816 milioni di dollari nelle riparazioni necessarie. I Rangers e il personale dei Parchi fanno il meglio che possono, ma se non affrontati, questi problemi influenzeranno negativamente, in alcuni casi in modo permanente, le condizioni di queste risorse preziose e l'esperienza dei visitatori, riducendone il numero. Se si continuerà a non finanziare le attività di ristrutturazione e restauro, il futuro di questi assett straordinari e la vitalità economica delle aziende e delle comunità locali dei Parchi, resterà minacciato.
Fortunatamente, la legislazione bipartisan recentemente introdotta dai senatori Mark Warner (Democratico della Virginia) e Rob Portman (Repubblicano dell'Ohio) fornirà al National Park Service più risorse per iniziare a fermare il degrado. Il National Park Service Legacy Act (NPSLA) potrebbe assegnare all'agenzia federale fino a 500 milioni di dollari all'anno fino al 2047 dalle entrate pubbliche derivanti da royalties da petrolio e gas. Questo disegno di legge, se adottato, contribuirebbe a mettere i nostri Parchi Nazionali sulla buona strada. Investendo nei nostri Parchi, non solo inizieremo ad affrontare il degrado delle loro infrastrutture, ma li renderemo più resilienti e pronti a continuare a accogliere i visitatori desiderosi di esplorare i luoghi più significativi e speciali della nostra nazione.

Il Congresso ha creato il National Park Service un secolo fa per proteggere gli affascinanti siti naturali, storici e culturali dell'America ed assicurare che gli americani ne possano godere. Non esiste un modo migliore, affinché il Congresso aiuti i nostri Parchi ad affrontare il loro secondo secolo, che sostenere i finanziamenti necessari per la manutenzione, mantenendo gli assett a livello mondiale.

Se amate i Parchi per ciò che contengono e raccontano del nostro Paese e dei suoi valori, o siete più interessati acché forniscano posti di lavoro e vitalità economica al Paese, la NPSLA e la ripartizione di fondi adeguati nei bilanci, è, se non "la migliore idea finanziaria dell'America", almeno un'idea che tutti dovremmo sostenere.

giovedì 28 gennaio 2016

da "la Repubblica" - 28 gennaio 2016 - di Vittorio Zucconi




Così è finita l'avventura dei Bundy Brothers





Ma i problemi sollevati dalla vicenda, sui quali ci siamo soffermati nel post del 19 gennaio scorso, restano tutti. Nel Paese del diritto alla felicità riconosciuto costituzionalmente, si afferma un diritto ancora più forte: quello dello Stato che difende le sue proprietà esattamente come i privati possono difendere le loro (anche con le armi). La libertà è per tutti e di tutti, lì negli Stati Uniti.





martedì 19 gennaio 2016

Nella culla della libertà, lo Stato Federale tutela la prateria ed infligge 3+2 anni di carcere a chi ha incendiato l'erba per favorire il pascolo.






La storia dei Bundy Brothers.





Agricoltori e allevatori contro la biodiversità? Di seguito una lettura liberista e libertaria di Gemma Mantovani (@gemma_mantovanidal blog dell'Istituto Bruno Leoni (@istbrunoleoni) 







I Bundy brothers
Sul Corriere della Sera di due giorni fa (5 gennaio n.d.r.) è comparsa la breve cronistoria di una vicenda rimbalzata dalla stampa americana, molto preoccupata, Washington Post in testa, e che lancia accuse pesantissime: terroristi. I terroristi sarebbero i fratelli Bundy (Ammon e Ryan), che hanno occupato un edificio in una zona remota dell’Oregon, una baita a Burns, centro operativo della forestale. L’iniziativa è stata lanciata per protestare contro la prossima detenzione di due agricoltori, i fratelli Hammond, che sono stati denunciati perché hanno bruciato erbe e sterpaglie senza permesso su un terreno federale. Un giudice ha deciso che la pena di tre anni che avevano già scontato era stata troppo breve e dunque devono tornare in cella per altri due anni. 
Il Malheur National Wildlife Refuge vicino Burns, Oregon (USA). Un piccolo gruppo armato lo ha occupato sin dal 2 gennaio scorso per protestare contro la politica di uso del suolo federale.

Potremmo dipingere i Bundy brothers come la copia autentica ma molto meno vitaminica dei Bo e Luke sempre in cerca di guai di Hazzard, serie tv di culto dell’America reganiana anni ‘80, oppure come l’incarnazione degli eroi della grande conquista, delle meravigliose epopee western dei capolavori di John Ford.
In ogni caso, i fratelli Bundy si sono asserragliati in segno di solidarietà e protesta per una pena inflitta agli amici agricoltori che si difendono dicendo che hanno bruciato per prevenire l’invasione di erbe ed arbusti nocivi, mentre la pubblica accusa sostiene che lo hanno fatto per cancellare le prove della caccia illegale ai cervi sul territorio federale. Il territorio dell’Oregon è infatti per la metà gestito e nelle mani dello Stato federale. Ed è questo il vero oggetto del contendere. Ma la pena inflitta appare severissima, smodata, ingiusta, un attentato ai diritti umani: cinque lunghi anni di carcere (e negli Stati Uniti si scontano tutti dal primo all’ultimo) per aver bruciato sterpaglie sul suolo del “federale oppressor”. I movimenti per i diritti civili americani dovrebbero intervenire se non fosse che i circa 300 “miliziani” accorsi in sostegno ai fratelli Bundy non sono proprio “politically correct”: sono tutti quanti legalmente armati e lontanissimi dai “posh&cool” occupanti newyorkesi di Wall Street.


La partita è complessa ed intrigante, anche vista da un osservatorio come il nostro Paese nel quale alcuni attivisti/indipendentisti sono stati incarcerati per anni e, a non molti anni di distanza da un certo radicamento ideale e politico delle loro ragioni di fondo, ci viene oggi detto che era un abbaglio, tutto sbagliato, tutto da rifare e si deve ritornare al centralismo statale. Come i nostri veneti vennero considerati pericolosi eversivi per essersi opposti allo Stato ed al mito della nostra unità nazionale, così i fratelli dell’Oregon hanno ricevuto accuse di vero e proprio terrorismo: davvero una bestemmia se si pensa all'entità ed alle radici dei recenti fatti che hanno sconvolto il mondo. Ma quando lo Stato si arrabbia gioca pesante e la belva diventa ferocissima, purtroppo molto meno a tutela dei suoi figli, di quanto lo sia, invece, quando i figli rivendicano la loro libertà. Per quanto gli occupanti dell’Oregon siano brutti sporchi e cattivi, non esistono ragioni che legittimino uno Stato ad imprigionare per ben cinque anni di vita per reati del genere: nessun pascolo, nessun arbusto vale la libertà degli uomini. Tanto più nella Land of the free.

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Da quel che si sa, i fratelli Bundy ed i loro amici, non proprio nonviolenti, sono ancora asserragliati nel Rifugio federale. L'ultima notizia è che i fratelli Zach and Jake Klonoski, sempre dell'Oregon, hanno raccolto, attraverso una campagna di fund raising, 26.000 dollari per far uscire i fratelli Bundy dal Rifugio. Comunque vada, gli USA sono un grande Paese. (F.M.)