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mercoledì 27 dicembre 2017


Nel Parco Nazionale del Gran Paradiso







Le spettacolari immagini del #gipeto nel primo

Parco Nazionale alpino italiano












Le spettacolari immagini di un gipeto in volo a pochi metri dalla webcam di sorveglianza sono state registrate dai guardaparco del Gran Paradiso in Valsavarenche, nei dintorni di uno dei nidi frequentati dal grande avvoltoio che, dopo l’estinzione del 1913, è ritornato a popolare le valli dell’area protetta negli ultimi anni.
E’ proprio questo il periodo in cui le coppie di gipeti scelgono il nido per riprodursi, il successo delle nascite e della sopravvivenza dipende da molti fattori e soprattutto dalla scelta del luogo dove accoppiarsi e dove costruire il nido. Importante quindi garantire il massimo della tranquillità, così da lasciare i gipeti liberi di scegliere dove deporre le proprie uova, e ridurre al minimo il nostro disturbo.
La scelta del Gran Paradiso come luogo di nidificazione non è casuale, il Parco infatti è territorio ideale per il gipeto per diversi motivi: la facilità di reperire cibo, grazie all’abbondanza di fauna selvatica, la possibilità di trovare spazi idonei alla nidificazione, grazie alla conformazione delle pareti rocciose, ma soprattutto per la tranquillità che può trovare solo in un’area protetta, in cui sono vietati i sorvoli con elicottero o altri mezzi, e in cui il disturbo antropico è ridotto.
Oltre al nido ripreso dalla webcam in Valsavarenche, anche un nido in Valle di Cogne è frequentato da un’altra coppia di gipeti, che ha scelto per il terzo anno consecutivo le pareti rocciose della Valnontey per nidificare.
E’ stata quindi istituita una zona di protezione nei dintorni della cascata di ghiaccio denominata “Fallo di Plutone”, in cui è proibito arrampicare, addentrarsi e disturbare i siti di nidificazione, comprese le attività di osservazione ravvicinata per foto e riprese. Le misure di tutela che sono state adottate perché la nidificazione vada a buon fine, limitano l’attività di arrampicata su ghiaccio in una zona molto modesta della Valnontey che potrà continuare ad ospitare gli arrampicatori nel resto del suo territorio.
Importante per questo motivo anche le attività di divulgazione e di sensibilizzazione svolte in collaborazione con la Società delle Guide Alpine e con gli operatori turistici di Cogne, che già negli scorsi anni si sono dimostrati attenti all’evento e hanno ribadito il proprio impegno nell'aiutare a far comprendere l’importanza della zona di protezione ai tanti arrampicatori che frequentano la Valnontey in inverno.
Oltre alle attività di prevenzione in essere, il monitoraggio del gipeto da parte del corpo di sorveglianza è quotidiano. Il controllo dei siti di nidificazione, in particolare durante la cova e la schiusa dell’uovo, e prima dell’involo del pullo (il piccolo di gipeto) viene fatto dai guardaparco, insieme ai tradizionali strumenti, con mezzi tecnologici particolarmente avanzati, al fine di assicurare un adeguata protezione ai “tesori” del vero e proprio scrigno della biodiversità che è il Parco.

domenica 4 ottobre 2015

I camosci del Parco Nazionale del Gran Paradiso in un documentario

 



Come gestire e conservare il Re delle Alpi




Documentario realizzato nell'ambito del progetto Interreg GREAT — Grandi Erbivori negli ambienti Alpini in Trasformazione, Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Svizzera 2007-2013, finanziato con i fondi FESR dell'Unione Europea 




mercoledì 26 agosto 2015

In funzione l'incubatoio ittico per il ritorno della Trota marmorata nel Parco Nazionale del Gran Paradiso

 

Nell’ambito progetto Life+ Bioaquae



Trota marmorata
E’ stato ultimato nel Comune di Locana (TO), presso la frazione Ghiglieri, nel Vallone di Piantonetto, l’incubatoio ittico del Parco, dedicato alla Trota marmorata (Salmo trutta marmoratus), specie inserita nella lista rossa IUCN e di elevato valore conservazionistico, ormai scomparsa da molti corsi d’acqua.
La struttura nasce nell’ambito progetto Life+ Bioaquae e la sua realizzazione rappresenta uno dei punti fondamentali dell’intervento di tutela dedicato a questo salmonide autoctono. A livello europeo infatti la specie è in diminuzione, principalmente a causa della distruzione e frammentazione dell’habitat e dell’ibridazione con un altro salmonide, la Trota fario. Per questi motivi la Trota marmorata è inserita nella lista rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) come minacciata. Questo status rende prioritarie azioni di conservazione a bene­ficio della specie, di cui appunto il Parco si è fatto promotore tramite il progetto Bioaquae.
“Nel Parco la Trota marmorata è presente ormai solo più in forme ibridate con la Fario in alcuni corsi d’acqua laterali del Piantonetto, del Rio del Roc ed in alcuni brevi tratti del Soana”, spiega Bruno Bassano, Responsabile del Servizio scientifico del Parco, “La massiccia presenza di Trota fario rappresenta una minaccia alla conservazione della marmorata, poiché le due specie sono in grado di accoppiarsi tra loro e la Fario è ecologicamente prevalente sulla Marmorata. Per questo motivo scopo del progetto è, in alcuni corsi d'acqua del Parco, limitare le possibilità di ibridazione tra i due salmonidi, tramite il prelievo e il trasferimento degli esemplari di Trota fario e la re-immissione della Trota marmorata nei torrenti interessati dall'intervento”.
L’impianto di Ghiglieri è composto da due porzioni: la parte interna è destinata all’incubazione delle uova e all’accrescimento degli avannotti (i piccoli di trota), mentre la parte esterna è destinata ai riproduttori. Gli avannotti saranno immessi nei corsi d’acqua Piantonetto, Campiglia e, in un secondo tempo, Forzo fino all' affermazione di questa specie minacciata. Saranno queste le acque che, entro i confini del Parco, ospiteranno le popolazioni di Trota marmorata provenienti dall’incubatoio di Piantonetto. Questi siti avranno la funzione di conservare la specie in un contesto di assoluta salvaguardia e protezione.
L’incubatoio svolgerà anche una funzione didattica affrontando tematiche connesse alla conservazione e al miglioramento degli habitat acquatici in generale. Nella realizzazione è stata data importanza anche alla sostenibilità, l’incubatoio riceve l’acqua direttamente dal troppo pieno dell’acquedotto e questa soluzione garantisce acqua praticamente pura e un utilizzo sostenibile delle risorse idriche. L’acqua in uscita dall’impianto viene riversata nel Torrente Piantonetto, dopo aver alimentato un piccolo stagno didattico creato per favorire la riproduzione della Rana temporaria, altra specie in notevole declino numerico e distributivo.