domenica 27 novembre 2016

Il "Libro Rosso" di Gravina in Puglia




Quando una comunità reclama i suoi diritti

e il medioevo diventa lungo





Presentata a Bari, presso la libreria Laterza, la ristampa anastatica del testo del XVI secolo che racchiude statuizioni, giurisprudenza e consuetudini della città dell'Alta Murgia. Un'opera fortemente voluta dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia e resa possibile dalla Fondazione Pomarici-Santomasi, proprietaria del testo originale. Franco Cardini ha tracciato un percorso storico del rapporto tra cittadini e i "poteri forti" dell'epoca: feudatari e Corona. Ne emerge un quadro tutt'altro che superato.




Franco Cardini (foto Pasquale Susca)
"Signori, intendiamoci: non è che la situazione politica e sociale che stiamo vivendo sia molto distante da quella rappresentata dal Libro Rosso di Gravina...". Franco Cardini, reduce da interviste ed incontri tenuti in diverse città del barese, chiarisce subito come il medioevo sia "lungo", ovverosia come da esso promanino ancora oggi situazioni, condizioni, ruoli e funzioni sociali e politiche. L'uditorio che ascolta le parole di Cardini è quello della presentazione della ristampa anastatica del "Libro Rosso" di Gravina in Puglia avvenuta presso la libreria Laterza a Bari, sabato scorso: un testo del XVI sec. nel quale sono state raccolte disposizioni dell'Università gravinese (così si chiamavano allora le città), sentenze dei diversi Tribunali chiamati in causa dalla stessa Università per derimere controversie con il feudatario di turno e con la stessa Corona spagnola, nonché consuetudini. Con Franco Cardini, oltre al sottoscritto, hanno discusso Gino Dato, notista de La Gazzetta del Mezzogiorno ed editore barese con la sua Progedit, e Giovanni Colangelo, consigliere della Fondazione Pomarici-Santomasi e rappresentante, nel consiglio di amministrazione, della famiglia cui la stessa Fondazione è intitolata.
Affianco a Franco Cardini (foto Pasquale Susca)
Maria Laterza introduce l'incontro (foto Pasquale Susca)
La ristampa anastatica del "Libro Rosso" di Gravina è il primo passo del Parco Nazionale dell'Alta Murgia verso la ricostruzione della storia del territorio dell'area protetta, verso l'ecologia storica dell'Alta Murgia. Una mia fissa, l'ammetto. E Cardini conferma che le fonti storiche fanno emergere quadri territoriali ed ambientali di grande interesse per gli storici oltre che per studiosi di branche delle scienze naturali. Non mancano certo in Puglia esempi  di ricerche storiche orientate alla ricognizione degli assetti economici e territoriali, poi anche paesaggistici. Il mio pensiero va, prima di tutti, a Raffaele Licinio ed al Centro Studi Normanno-Svevi. Ma, a mio parere, non c'è mai stata una visione ecologica della storia del territorio; un'analisi che rimettesse a posto i tasselli dell'uso del suolo con quello delle dinamiche economiche, con quello delle modificazioni faunistiche e botaniche. Una lettura che va oltre la multidisciplinarietà della ricerca, verso l'interdisciplinarietà e che non miri a sintesi predeterminate perché ideologiche. La serata di sabato presso la Laterza dimostra che i grandi storici, che sono anche grandi comunicatori, colgono l'importanza della storia minore e, di essa, gli elementi caratteristici di una "microstoria" che
assurge a paradigma d'epoca nel territorio.

Nessun commento:

Posta un commento